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Mike Jacoby Electric Trio – Rocket Fuel Logic :: Le Recensioni di OndaRock

Su gentile concessione di “The Long Journey“, sito d’approfondimento sulla roots music.

Fedele al motto che squadra che vince non si cambia, Mike Jacoby continua il suo fresco e brillante percorso musicale a base di rock’n’roll, alternative country e pop come si faceva soprattutto negli anni Sessanta e Settanta, con i fidi Don Read al basso e Mike Levin alla batteria.

Mike Jacoby da Long Beach, California, ha una solida discografia alle spalle, prima alla guida degli Haymakers e da qualche tempo con questo Electric Trio con il quale ha già inciso due bei dischi, “Long Beach Calling” e “The Long Haul”, portati senza sosta sui palchi e nelle notti della Città degli Angeli e dintorni, con grande onestà e passione, caratteristiche che emergono da ogni nota e da ogni melodia, perfette per cercare di superare ogni difficoltà che la vita ci pone davanti.

È questo il messaggio che viene veicolato con “Rocket Fuel Logic” attraverso dieci canzoni che scorrono con estrema naturalezza, portando avanti l’eredità di musicisti come NRBQ, Greg Kihn, Jonathan Richman e i Big Star di Alex Chilton ai quali certamente Mike Jacoby guarda con amore.

 

Si ondeggia quindi tra momenti che strappano un sorriso ma che a volte fanno anche riflettere sui veri valori della vita, con ballate pop ariose e scatenati rock’n’roll a fare da contraltare, con la consapevolezza di trovarci di fronte un disco che mette di buon umore. Le canzoni dell’album non sono recentissime ma sono state rilette con nuovi arrangiamenti che manifestano la grande voglia di divertimento con una spontaneità affatto scontata, partendo da una “There Oughta Be A Law” che rimanda ai Long Ryders e che fornisce subito le chiavi di lettura di una selezione che si scioglie con vivacità e brio, dando spazio a un altro momento tra i più rockeggianti come “Stomp The Gas”.
“Your Love Song” si avvicina alla country music di marca tipicamente californiana con grande attenzione alle armonie vocali, con chitarre elettriche corpose nelle mani del leader Mike Jacoby e un piccolo break di piano del vecchio amico di avventure Art Bailey, unico ospite insieme al violino di Ann De Jarnett.

 

“Lie In Bed” rappresenta, anche attraverso il titolo, una pausa rilassante prima di riprendere il cammino, una ballata di pregio interpretata con intensità.

“Ready When You Are” è un godibile momento in cui si incrociano alt-country e rock, con “Lay Of The Land” ad avvicinarsi a certe cose del Neil Young legato alle radici country, in una seconda parte di album leggermente meno scatenata rispetto alla prima, con comunque l’energia contagiosa di “Here And Now” e di “Resume Speed, Texas” prima del congedo intimo e folkie di “Try”.

01/11/2024




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