Esportazioni giapponesi in calo ma forse la Cina gli da una mano
Per la prima volta in tre mesi calano le esportazioni giapponesi. A pesare sull’economia del Sol Levante, la debole domanda europea. A novembre l’export nipponico è diminuito dello 0,2% a 8,81 trilioni di yen (61 miliardi di dollari). Le esportazioni di acciaio sono calate dell’11,6%, mentre le spedizioni di apparecchiature per la produzione di chip sono crollate del 10,6%.
Nell’ultimo anno – come fa notare Nikkei Asia – la forte domanda di automobili e macchinari da parte di Stati Uniti ed Europa ha contribuito a sollevare le esportazioni giapponesi, compensando la debolezza della domanda cinese alle prese con una difficile ripresa post-pandemia e una crisi sempre più acuta del settore immobiliare. “Ma gli ultimi dati mostrano che la tendenza è in evoluzione, con le esportazioni destinate all’Unione europea che sono diminuite per la prima volta in 33 mesi, anche se marginalmente, dello 0,03%. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono cresciute del 5,3%, per un ventiseiesimo mese consecutivo di espansione, anche se il ritmo di crescita è rallentato rispetto al balzo dell’8,5% del mese precedente”, scrive il quotidiano economico giapponese.
Gli economisti vedono comunque segnali di ripresa per l’economia cinese, che potrebbero aiutare proprio le esportazioni giapponesi e compensare il calo dell’export nipponico verso Ue e Usa. Le esportazioni verso la Cina sono scese del 2,2%, dodicesimo mese consecutivo di declino, anche se le cifre suggeriscono una ripresa. Ryutaro Kono di Bnp Paribas ha previsto in un recente rapporto “che le misure di stimolo economico della Cina, che sono state gradualmente rafforzate a partire dall’estate, potrebbero iniziare a produrre degli effetti – conclude Nikkei – e sostenere le esportazioni dal Giappone verso Pechino”.
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