Morto a 15 anni dopo un pranzo all you can eat, condannato a due anni e mezzo il titolare di un ristorante sushi di Napoli

Il titolare cinese di un ristorante sushi di Napoli è stato condannato in primo grado a due anni e sei mesi per l’omicidio colposo di Luca Piscopo, il 15enne morto il 2 dicembre 2022 per un’intossicazione alimentare provocata da un pranzo all you can eat nel locale, situato nel quartiere Vomero.
Dopo i primi sintomi – febbre alta, diarrea e vomito – il ragazzo si era rivolto al suo medico di base, che gli aveva prescritto una cura domiciliare a base di antinfiammatori. La Procura di Napoli aveva accusato di omicidio colposo sia il medico che il ristoratore, contestando a quest’ultimo anche la violazione della normativa in materia di igiene e conservazioni di alimenti per quest’ultimo.
Al termine della requisitoria, la pm Federica Amodio aveva chiesto tre anni di reclusione per il titolare del locale e un anno e otto mesi per il dottore: secondo la ricostruzione dell’accusa, il decesso del 15enne è stato causato da una miocardite collegabile alla salmonellosi contratta dopo il pranzo.
Il giudice monocratico Giuliana Taglialatela ha assolto il medico, condannando invece il ristoratore a due anni e sei mesi di carcere e al pagamento di un risarcimento provvisorio di 45mila euro per ciascuna delle parti civili costituite. Per ricordare Luca Piscopo è stato piantato un leccio nel bosco della reggia di Capodimonte: al ragazzo è stato dedicato anche un premio letterario dalla sua scuola, il liceo classico Adolfo Pansini.
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