3 suoni che solo i veri gamer riconoscono al primo ascolto: voi siete tra questi?
Nostalgia canaglia! Nonostante sia passato del tempo, il retrogaming è ancora un argomento di tendenza per i giocatori. Tra discussioni sulla preservazione o semplici ricordi, anche dei semplici suoni giocano la loro parte nei discorsi. Non perché siano musicalmente complessi o tecnologicamente avanzati, ma perché sono parte della memoria emotiva, legati a momenti precisi, rituali quotidiani e pomeriggi infiniti passati davanti a uno schermo.
Chi ha vissuto l’epoca d’oro del gaming tra gli anni ’90 e i primi 2000 (ma non solo) lo sa bene: certi suoni non hanno bisogno di spiegazioni, bastano pochi secondi e subito si riaccendono sensazioni sopite da anni. In questo articolo, ne sono stati scelti tre – forse i più emblematici – che rappresentano il punto di contatto tra tecnologia e cuore. E che, oggi, sono diventati autentici cimeli culturali.
Il suono di accensione della PlayStation 1
Chiunque abbia avuto tra le mani una PS1 sa cosa vuol dire quel suono. Prima il basso ruggito iniziale, profondo e vibrante, poi la transizione verso quella sequenza eterea, quasi spaziale, come se si stesse attraversando una soglia tra due mondi – il reale e il virtuale. Quel suono era anche un messaggio subliminale: la console si stava avviando correttamente, e il disco era leggibile (chi ha avuto una lente sporca lo sa: l’assenza del secondo suono metteva in ansia più di un boss finale).
Quel mix audio è oggi un’icona pop a tutti gli effetti, remixato in video su YouTube, utilizzato nei reel nostalgici su Instagram, e anche reinterpretato da musicisti e DJ. La PlayStation 1 fu anche una rivoluzione sensoriale, oltre che tecnica, e quel suono ne è – forse – il simbolo più potente.
Il “bip” del Game Boy
Aprire il vano posteriore, inserire le pile, accendere la levetta: click. Poi, il suono. Un bip secco, semplice, pulito. In quel brevissimo istante prendeva vita una magia portatile, fatta di giochi in bianco e nero e pixel grandi quanto un’unghia.
Il Game Boy non aveva bisogno di effetti speciali per farsi riconoscere: quel suono di accensione – un blip digitale che sapeva di anni ’90 – bastava per evocare Tetris, Pokémon, Zelda, e mille altri universi.
Oggi quel suono vive nella mente di chi l’ha amato come una piccola madeleine sonora. Per molti, è il primo ricordo videoludico in assoluto. Forse è proprio questo uno dei motivi per il quale il Game Boy resta, nonostante dei validi rivali, la console portatile più iconica.
SEEEEGAAAAAA
Chiudiamo con quello che probabilmente è il suono più riconoscibile della storia dei videogiochi giapponesi: l’epico “SEGA” cantato in coro da un gruppo di voci nel boot screen della leggendaria console Mega Drive. Bastava sentirlo una volta per non dimenticarlo più.
Non era un semplice identificativo aziendale ma un vero e proprio marchio audio, uno dei primi esempi riusciti di audio branding nel settore videoludico. L’effetto era immediato: chi accendeva la console, veniva accolto da quella parola prolungata e allegra. Ed è rimasta impressa nelle orecchie di generazioni intere.
Il “SEGA” è così famoso da essere parodiato, remixato e celebrato ancora oggi – tanto da essere diventato un meme prima ancora che esistessero i meme.
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