‘ZeroNeet’, arriva il programma per le Regioni di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro
di Anna Gabrielli
Da alcuni anni l’Unione europea monitora il fenomeno dei Neet – acronimo di Not in employment, education, or training – ovvero i giovani compresi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano né studiano né sono inseriti in percorsi di formazione. Gli stati membri, tra cui l’Italia, stanno rispondendo positivamente con l’attivazione di piani di inserimento di questa fascia di giovani nel mondo del lavoro. Il programma ZeroNeet, promosso dalla Fondazione Cariplo, partirà dalla Lombardia e si estenderà a livello nazionale con l’obiettivo di ridurre il numero dei giovani italiani interessati dal fenomeno.
Il caso italiano Attraverso la sinergia tra enti pubblici e privati, si punta a individuare i giovani Neet e per poterli così reindirizzare verso un’occupazione attiva. L’Unione europea ha preso proprio questo fenomeno come oggetto d’indagine e di iniziative sia nella programmazione 2014-2020 che in quella 2020-2027: dal 2019 al 2024 è stato registrato un calo dei Neet dell’1,5 per cento, mentre l’obiettivo fissato per il 2030 è di ridurre la loro incidenza al 9 per cento. Guardando il panorama nazionale, l’Italia è tra i paesi membri con la più alta percentuale di Neet. Proprio per questo motivo si sta puntando a dar vita a progetti di tirocini e di formazione indirizzati a questa fetta di popolazione giovanile, in modo tale da individuare competenze mirate per poter così inserirli nel mercato del lavoro.
L’iniziativa Il progetto ZeroNeet, promosso dalla Fondazione Cariplo in stretta collaborazione con Intesa San Paolo, il programma spiccherà il volo nei prossimi mesi per un arco di tempo di tre anni e con un budget di 30 milioni di euro. La prima regione coinvolta sarà la Lombardia proprio perché di 1,35 milioni di Neet italiani, ben 157mila sono registrati in territorio lombardo. L’iniziativa verrà successivamente estesa a livello nazionale con l’obiettivo di abbassare la soglia di Neet e di valorizzarne il ruolo nella società.
Umbria e Neet Il fenomeno Neet in Umbria sembra registrare un miglioramento: in sei anni il numero di giovani che non studiano né lavorano nella nostra regione è sceso di 14mila unità. Inoltre, aumenta nel panorama regionale l’occupazione giovanile under 35 nel mercato del lavoro: rispetto al 2018 la classe dei giovani lavoratori umbri è cresciuta del 5 per cento. Nel 2024 la porzione di giovani sul totale degli occupati è del 20,8 per cento, rimanendo tuttavia al di sotto della media nazionale del 22,5 per cento. I Neet umbri rappresentano l’11,4 per cento in rapporto totale alla popolazione giovanile, con quote maggiori tra le donne (13,8 per cento). In generale si ridimensiona quindi nel cuore verde d’Italia il fenomeno negativo dei Neet: in sei anni, tra il 2018 e il 2024, il numero dei giovani non occupati e che non studiano arriva quasi a dimezzarsi, calando di un considerevole 43 per cento.
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