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Zelensky propone a Putin colloqui di pace: “Nuovo incontro la settimana prossima”

Per assicurare veramente la pace, una pace duratura, è necessario un incontro a livello di leader“. L’annuncio che potrebbe scompaginare le carte del conflitto nell’Europa orientale, è stato fatto poco fa da Volodymyr Zelensky nel corso del suo consueto messaggio serale sui social. “È necessario intensificare i negoziati“, ha dichiarato il presidente ucraino aggiungendo che “bisogna fare tutto il possibile per ottenere il cessate il fuoco. E la parte russa deve smettere di nascondersi dalle decisioni“. “Scambio di prigionieri. Ritorno dei bambini. Fine delle uccisioni“, ha proseguito Zelensky sottolineando che “l’Ucraina è pronta per un incontro di questo tipo“.

Stando a quanto reso noto dal leader ucraino, il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino Rustem Umerov “ha riferito di aver proposto alla parte russa un nuovo incontro per la prossima settimana“. A giugno si sono svolti due incontri ad Istanbul tra le delegazioni russa e ucraina che però non hanno fatto registrare progressi sostanziali nella direzione di un cessate il fuoco auspicato dagli Stati Uniti.

Le parole di Zelensky arrivano a poche ore dall’ennesima notte di attacchi di Mosca contro obiettivi ucraini. “Più di 300 droni d’attacco e oltre 30 missili di vario tipo sono stati usati contro le nostre città“, ha scritto questa mattina Zelensky su Telegram precisando che nei raid aerei sono state colpite 10 regioni. Il presidente dell’Ucraina ha denunciato che “infrastrutture critiche sono state danneggiate a Sumy: diverse migliaia di famiglie sono rimaste senza elettricità. Attacchi combinati sono stati effettuati su Shostka“.

E ancora. I russi, ha fatto sapere il leader ucraino, “hanno colpito Pavlograd con missili e droni. Hanno danneggiato un edificio residenziale e importanti infrastrutture“. Nelle prime ore di sabato, proprio Pavlograd ha subito il peggior attacco della sua storia. La città collocata in un punto strategico in una regione che confina con la provincia di Donetsk è stata investita da una pioggia di fuoco durata sei ore.

Nel comunicato pubblicato su Telegram, Zelensky ha ringraziato “tutti i leader che comprendono l’importanza di attuare tempestivamente i nostri accordi. La produzione congiunta di armi, gli investimenti nella produzione di droni in Ucraina, in particolare droni intercettori, la fornitura di sistemi di difesa aerea e dei relativi missili, nonché la possibilità di produrli qui, in Ucraina: tutto questo salva vite umane ed è ciò di cui l’Ucraina ha bisogno in questo momento“.

Intanto, nella giornata di ieri, i 27 ministri degli Affari europei hanno dato il via libera al 18esimp pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tra i provvedimenti approvati ci sono l’ampliamento della lista delle navi ritenute parte della “flotta ombra” di Mosca (che raggiunge ora le 400 unità) e l’introduzione di un meccanismo di price cap sul petrolio russo che abbassa il tetto da 60 dollari al barile a circa 47,6 dollari per ridurre ulteriormente le entrate della Federazione derivanti dalle esportazioni di petrolio. Le misure sono state definite dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen un colpo “al cuore della macchina da guerra russa”.

Dall’altro lato dell’Atlantico, il Wall Street Journal ha riferito che Washington potrebbe ridistribuire le forniture di armi agli alleati dando in particolare priorità ai Paesi disposti a consegnare armi all’Ucraina, compresi i sistemi di difesa aerea Patriot. L’amministrazione Trump avrebbe collocato la Germania al primo posto nella lista per ricevere i Patriot, un’iniziativa che permetterebbe a Berlino di trasferire a Kiev i due sistemi di cui dispone e che conferma un certo rasserenamento nelle relazioni tra Stati Uniti e Ucraina.

Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che assieme al suo omologo americano è in via di definizione un “mega-accordo” sui droni ad uso militare che prevederebbe l’acquisto da parte di Washington della tecnologia ucraina più avanzata in cambio della fornitura di nuove armi all’esercito di Kiev.


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