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Yildiz fa magie, ma chiede l’aumento per rimanere alla Juve

Yildiz aveva della gente attorno, stavolta, così ha potuto tornare il maghetto che strega le partite oppure, come dice Spalletti, «lo spaccaschemi, lo spaccamoduli, quello della fucilata nel buio». Altroché: nella notte artica è partita una mitragliata.

Yildiz al centro del progetto

Yildiz va maneggiato con cura, Spalletti lo sa. Il ragazzo ha vent’anni appena e gli è già stata caricata sulle spalle la responsabilità di orientare i destini della Juventus: dargli la palla e aspettare la magia è il modo dei compagni di scaricarsi la coscienza. Per lui è stato un po’ troppo: all’estero i ventenni li fanno giocare senza remore ma nessuno è il senso stesso della squadra, nemmeno Lamine Yamal. Yildiz sì, col suo 10 sulle spalle, le funzioni del vice-capitano e la predestinazione a un futuro bianconero senza fine, promessa che tutti sanno che non potrà essere mantenuta. Thiago Motta lo teneva più defilato, anche per proteggerne la crescita. Tudor, invece, lo aveva messo al centro, non cambiandogli posizione (la parte sinistra del fronte d’attacco, in senso lato) ma spostando il gioco verso di lui: l’ultimo scorcio di campionato e il primo di questo l’ha fatto alla grande, e così il Mondiale per club. Ma il suo rendimento si è poi appannato, in linea con quello della Juve: tra le due cose c’è un rapporto di causa-effetto ed è probabile che l’opacità collettiva sia dipesa da quella individuale di Yildiz, non viceversa. E non è una cosa buona.

Jonathan David con Kenan Y?ld?z after a Bodo

Jonathan David con Kenan Y?ld?z after a Bodo

 

Le magie a Bodo

Spalletti sul ragazzo non ha avuto dubbi mai: «Lo metterò sempre». A Bodø si è contraddetto ma era necessario, sia per fargli tirare il fiato sia soprattutto per deresponsabilizzarlo, così quando è entrato ha finalmente giocato a briglie sciolte, come non gli capitava da un po’ (dall’inizio di ottobre un solo gol e nessun assist). Probabilmente i norvegesi lo hanno anche sottovalutato: in Italia tutti ormai gli raddoppiano la marcatura, sapendo che fermandolo si ferma la Juve tutta, ma in Norvegia la notizia non era ancora arrivata. Ha cambiato la Juve da così a così, anche se la novità è che non è più solo: David e Openda, adesso che si sono sbloccati, possono diventare due riferimenti mentre Miretti è il centrocampista tecnico con cui Yildiz può finalmente dialogare. Le cose tra loro due sono state le più belle della serata di Bodø.

Questione contratto

Intanto resta in piedi la questione contratto. Yildiz, che non ha procuratore (lo rappresenta il padre, ha cercato di intrufolarsi Mendes che però ha solo la delega a ricevere le manifestazioni di interesse dei club di Premier, a partire dall’Arsenal) vuole passare da 1,5 milioni di ingaggio a 6, lo stesso stipendio di David. La Juve ci va cauta, ma sa che alla fine a quelle cifre dovrà arrivarci, perché altrimenti il giocatore verrà dato in partenza già la prossima estate. Sarebbe una fucilata nella notte, sì, ma come spararsi sui piedi.


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