What It Feels Like for a Girl
Scritto da Paris Lees e basato sulla gioventù dell’autrice, “What It Feels Like For A Girl” è un coming of age di una giovane trans nei sobborghi di Nottingham nei primi anni ’00. Come giustamente sottolineano poster e trailer, i punti di riferimento principali della serie sono “Transpotting” e “Skins” e, in effetti, da un punto di vista estetico/tecnico si deve parlare di un prodotto fortemente derivativo.

Poi però è una serie anche coraggiosa, come molte di BBC, che non tira il freno quando c’è da mostrare lerciume, pregiudizi, peni eretti e gente di merda. Insomma una serie che si sporca le mani per benino, senza bisogno di patina e sensazionalismi (leggi “Euphoria”).
Forse a un certo punto le vicende si allargano un po’ troppo e certi meccanismi si ripetono, però il finale è congegnato davvero bene e gli ultimi due episodi sanno commuovere per benino.
Inutile anche dirlo, per noi millenial la colonna sonora è come una manna dal cielo. Perchè tutti le varie bitch e rent boy se ne vanno in giro per i club inglesi dell’epoca ed è una pioggia acida di big beat e trance – fratelli chimici, Moby, Radiohead, Kernkraft 400, cazzi e mazzi.
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