Wet Leg – Moisturizer | Indie For Bunnies
Dopo l’ottimo omonimo esordio del 2022 ecco tornare le Wet Leg, band che aveva stupito e colpito per freschezza e un post punk ispirato, un album che ha dato loro notorietà e successo e che si è tradotto in tre anni di concerti in giro per il mondo.
Ora tornano con una evidente trasformazione da quello che avevamo considerato un duo al femminile, ora sembra di trovarsi di fronte a una vera e propria band anche se, a guardare bene, gran parte dei brani di “Moisturizer” trovano ancora la firma di Rhian Teasdale e Hester Chambers.

La trasformazione maggiore è sicuramente nel modo di porsi, più aggressivi e diretti con una Rhian Teasdale che si mostra sexy ma allo stesso tempo forte e decisa a partire dal primo singolo uscito “catch these fists”, giocato su un riff di chitarra mentre Rhian sembra trovare la risposta definitiva al cat calling e all’invasione dei propri spazi personali << …. I know all too well just what you’re like I don’t want your love, I just wanna fight…>> .
Se il primo singolo vibrava di garage rock, il secondo singolo “CPR” è un pezzo rock che trasuda di sensualità nel perdersi nell’amore, due brani che avevano messo già in chiaro che i Wet Leg erano in grado di ripresentarsi con una certa originalità e capacità di riaccendere interesse nei loro confronti.
Ora che abbiamo ascoltato l’album possiamo dire con assoluta certezza che hanno colpito nel segno perché l’album è convincente e, rispetto al primo, appare ancora più completo e lineare dando la sensazione di una band ora consapevole e matura.
I brani interessanti non mancano, “liquidize” è deliziosa nella sua melodia che ti avvolge dall’inizio alla fine, “Mangetout” irresistibile quando canta <<….You think I’m pretty, you think I’m pretty cool You wanna fuck me, I know, most people do Here, take this packet, you read it, it says, Mangetou…. >>, “pokemon” delicato e leggero.
Wet Leg riescono a esplorare territori nuovi con semplicità e leggerezza, con il supporto di nuovi musicisti e della produzione dell’esperto Dan Carey, presentano un album dotato di una certa qualità omogenea che in parte sorprende come in brani come “11:21” nel quale il ritmo si abbassa lasciando spazio alla dolcezza, cantato magistralmente da Rhian, non sarebbe stato male in un album di Fiona Apple, o in “Pillow Talk” che in modo inaspettato sembra riprendere il discorso sonoro di “Chaise Longue” del primo album.
I Wet Leg non rinunciano anche questa volta alle melodie accattivanti, anche se ad alcuni appariranno maggiormente nascoste e valorizzate, mentre Rhian Teasdale nei testi affronta spesso il tema dell’amore e delle relazioni con un piglio ironico e deciso riuscendo a trovare nuovamente la formula giusta per un album davvero riuscito.
Tutti quelli che avevano considerato Wet Leg un fenomeno passeggero, e le avevano snobbate, dovranno ricredersi perché “Moisturizer” mostra in maniera inequivocabile che la band è di assoluto valore e mette in mostra una naturale capacità lirica e melodica che molte band possono solo sognarsela.
Source link