Società

Weekend d’autunno a Minorca: come organizzarlo al meglio

«A Minorca, in inverno, la temperatura media è di 12 gradi. Diciamo che, di regola, sull’isola si può fare il bagno fino a ottobre e passeggiare in maglietta fino a dicembre. Certo, l’umidità può essere fastidiosa, così come la tramontana. Negli ultimi trent’anni il vento però si è placato. Nessuno sa davvero il perché, ma se chiedi alle persone in giro, anche loro ti diranno che non c’è più quel vento sferzante che piegava gli alberi. Da una parte, è meglio così». È con queste parole pronunciate in un italiano apprezzabile che la mia guida – Alvin Delanghe, un belga che vive a Minorca da molti anni – prova a spiegarmi com’è la vita sull’isola in bassa stagione, quando il turismo delle Baleari cambia faccia, passando dal roboante trambusto estivo a un ritmo più lento e meditativo.

A Minorca ci sono sette fari e oltre 100 mulini a vento storici.

A Minorca ci sono sette fari e oltre 100 mulini a vento storici.

Westend61

Arrivare a Minorca non è mai stato molto complicato: la vicinanza della Spagna e l’apprezzamento dei viaggiatori italiani nei confronti del paese iberico ha sempre garantito un flusso costante di visitatori. È anche sulla base di queste certezze che easyJet, la compagnia britannica di voli low cost dalle livree arancioni, ha inaugurato una tratta diretta da Milano Malpensa che resterà operativa fino a fine ottobre con due frequenze settimanali, il martedì e il sabato. Il tempo di volo è breve: in poco più di un’ora e mezza si passa dai 18 gradi di fine settembre sotto la Madonnina ai 24 gradi minorchini, da godersi tra spiagge, cultura e buon cibo. E allora, anche se solo per un weekend, che Minorca sia.

Toccata e fuga a Minorca day by day: un sabato da foodie

Sbarco nel piccolo aeroporto di Mahón, la capitale, nella tarda mattinata dell’ultimo sabato di settembre. Il tempo a disposizione mi sembra già poco: il volo di ritorno non è molto in là e Alvin mi ha spiegato che l’isola è come un iceberg: ci sono tantissime cose da vedere e non tutte si mostrano con facilità. L’ansia si placa quando iniziamo a macinare distanze e indirizzi: prima una breve visita alla storica Destilerías Xoriguer, dove si assaggia il gin de Mahón, uno dei più antichi del Mediterraneo; poi, nel vicino ristorante Arjau, un pranzo a base di paella di terra (con fegato d’anatra, no para todos) e di mare; poi ancora un’escursione a El Toro, il punto panoramico più alto dell’isola, e una cena da Casa Emilio, nella baia raccolta del villaggio di pescatori di Fornells, dove si serve la fideuà, paella di pasta corta cucinata in casseruola e condita con seppie, gamberi e cozze.


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