Cultura

Watching The Sky – Riscoprire le Bangles

Con “Watching The Sky” la Cherry Red Records rende giustizia a una delle formazioni femminili più importanti e, al tempo stesso, più fraintese degli anni ‘80: le Bangles. Questo sontuoso box set raccoglie i tre album pubblicati nel periodo “classico” – “All Over The Place” (1984), “Different Light” (1986) ed “Everything” (1988) – e un imperdibile quarto CD contenente materiale raro: b-side, remix, incisioni dal vivo e i primissimi brani registrati dalla band a inizio carriera. Il tutto è completato da un bel booklet curato da John Earls, giornalista del mensile britannico “Classic Pop”, che ripercorre con dovizia di particolari la parabola artistica del gruppo.

Nate a Los Angeles all’inizio degli anni ’80 dall’incontro tra Susanna Hoffs e le sorelle Vicki e Debbi Peterson, le Bangles emersero come parte della scena Paisley Underground, quel fermento musicale che riportava in auge le sonorità psichedeliche e chitarristiche degli anni ’60. Le loro prime canzoni erano un mix brillante di melodie jangly e power pop scintillante, lontane anni luce dall’immagine levigata che il grande pubblico avrebbe poi associato al nome Bangles.

La critica accolse con entusiasmo l’esordio “All Over The Place”, ma fu il secondo disco, “Different Light”, a proiettarle nell’Olimpo del pop grazie a brani che avrebbero segnato un’epoca. Basti pensare a “Manic Monday” (un preziosissimo regalo che porta la firma di Prince) o all’irresistibile “Walk Like An Egyptian”, vertici di un successo planetario che, tuttavia, finirono per ridurre la percezione delle Bangles a quella di semplici sfornatrici di hit.

In realtà, seguendo con attenzione il percorso della band, emerge un’identità musicale solida e sfaccettata: dal power pop chitarristico degli esordi si arriva a un pop rock più commerciale ma assai raffinato, capace di osare con armonie vocali complesse, arrangiamenti ricchi di dettagli e una vena melodica sempre in primo piano. La crescita della band però si interruppe troppo presto: le tensioni interne e l’enorme pressione commerciale portarono allo scioglimento nel 1989, subito dopo il trionfo mondiale di un singolo bellissimo e commovente come “Eternal Flame”. Un epilogo brusco per una carriera breve ma intensa, che ha lasciato un’eredità ben più consistente di quanto raccontino i tre singoli più noti.

“Watching The Sky” non è soltanto un’operazione nostalgica, ma un invito a riscoprire la profondità di un repertorio che merita di essere rivalutato nella sua interezza. Per ripercorrere al meglio l’epopea dimenticata delle Bangles, ecco a voi una selezione di dieci fra i migliori brani (esclusi i soliti noti) inclusi nel box set:

HERO TAKES A FALL
Da “All Over The Place” (1984)

Nel brano che apre il loro primo disco, le Bangles già mostrano la loro cifra distintiva: energia rock e raffinatezza melodica. La canzone gioca sul tema della caduta di un eroe troppo vanitoso con un’ironia leggera e tagliente.

DOVER BEACH
Da “All Over The Place” (1984)

Un brano malinconico e delicato, dall’animo “britannico” e dal cuore jangle pop. Le chitarre elettriche, per quanto cariche di una certa aggressività, non scalfiscono il tono sognante e riflessivo della canzone, interpretata con grande dolcezza da Susanna Hoffs.

GOING DOWN TO LIVERPOOL
Da “All Over The Place” (1984)

All’epoca raccolse un discreto successo in alcuni paesi europei. Oggi questo brano possiamo considerarlo una piccola chicca tutta da riscoprire: si tratta di una bella cover dei Katrina and the Waves, la band resa celebre dalla hit mondiale “Walking On Sunshine”.

WALKING DOWN YOUR STREET
Da “Different Light” (1986)

Il brano mostra un’anima soul che ne arricchisce il groove, rendendolo fresco e coinvolgente. Un sound ancora improntato sulla chitarra ma dal gusto tipicamente ’80s, piuttosto distante dalle atmosfere jangle e psichedeliche degli esordi della band.

STANDING IN THE HALLWAY
Da “Different Light” (1986)

La canzone, interpretata dalla batterista Debbi Peterson, sprigiona fiumi di energia pop grazie al suo ritmo vivace e irresistibile. A rendere ancora più contagiosa l’atmosfera festaiola ci pensa un frizzante organetto, dal sapore decisamente ’60s. Un pezzo scoppiettante che cattura perfettamente lo spirito giocoso e luminoso della band.

SEPTEMBER GURLS
Da “Different Light” (1986)

Le Bangles rendono omaggio ai Big Star con questa ottima cover cantata dalla bassista Michael Steele.

IN YOUR ROOM
Da “Everything” (1988)

Un concentrato di energia power pop, dal retrogusto orientaleggiante, che esplode con un ritornello irresistibile e dal piglio hard rock. La voce magnetica di Susanna Hoffs guida il brano con sensualità e grinta. Co-scritto con Billy Steinberg, autore di una marea di clamorosi successi degli anni ’80 (e non solo).

SOMETHING TO BELIEVE IN
Da “Everything” (1988)

“Something To Believe Inrappresenta un episodio unico nel repertorio delle Bangles, distante dal loro consueto pop scintillante. Il brano si avvicina allo stile epico degli U2 classici, con atmosfere dense e quasi drammatiche. La voce calda e sensuale della bassista Michael Steele regala un’intensità rara e sorprendente. Un gioiello dimenticato, che a mio avviso resta tra le vette assolute della loro produzione.

GLITTER YEARS
Da “Everything” (1988)

Ancora una volta, la voce della bassista Michael Steele guida il pezzo con vigore e precisione. Il sound si muove sapientemente tra power pop e glam rock, regalando un’atmosfera vivace e sfavillante. Le armonie vocali, cesellate con cura, completano un brano che resta memorabile nel repertorio delle Bangles. Quasi nascosta, sul finale, troverete una citazione di “Hang On To Yourself” di David Bowie.

HAZY SHADE OF WINTER
Dalla colonna sonora di “Less Than Zero” (1987)

Una cover elettrizzante del classico di Simon & Garfunkel prodotta da Rick Rubin. Questa versione, che riscontrò non poco successo nelle charts di mezzo mondo, è diventata celebre anche per essere stata parte della colonna sonora del film “Al di là di tutti i limiti”, adattamento cinematografico del romanzo d’esordio di Bret Easton Ellis “Meno di zero”. Un brano decisamente rock che fonde nostalgia e adrenalina in un’atmosfera urbana e oscura.


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