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Washington e Pechino si inventano la guerra fredda delle tariffe

Gli Usa hanno congelato le restrizioni sulle esportazioni di tecnologia verso la Cina per evitare di compromettere i negoziati commerciali con Pechino e di aiutare il presidente Donald Trump a strappare un incontro con l’omologo Xi Jinping nel 2025. Lo ha riportato ieri il Financial Times, secondo cui al Bureau of Industry and Security del Dipartimento del Commercio americano, che gestisce i controlli sull’export, è stato chiesto negli ultimi mesi di evitare mosse dure contro Pechino.

L’indiscrezione dell’FT è uscita proprio mentre a Stoccolma iniziavano i lavori del vertice Usa-Cina sui dazi reciproci che potrebbe portare a una proroga della tregua tariffaria. Questo terzo ciclo di discussioni tra le due principali potenze economiche mondiali, condotte dal segretario al Tesoro Scott Bessent e dal vice primo ministro He Lifeng, è iniziato nell’edificio di Rosenbad, dove si trova l’ufficio del primo ministro svedese Ulf Kristersson, che ha accolto le due delegazioni. I colloqui di Stoccolma mirano a prolungare la pausa di 90 giorni negoziata a maggio a Ginevra, che aveva posto fine alle ritorsioni da entrambe le parti del Pacifico all’origine di sovrattasse proibitive.

Nel frattempo, Huawei ha riconquistato il primo posto in Cina nel settore degli smartphone nel secondo trimestre de 2025 che ha visto Apple tornare in uno dei suoi mercati più critici. In base ai dati diffusi dalla società di analisi Canalys, il gruppo di Shenzhen ha spedito 12,2 milioni di telefonini nel Dragone nei tre mesi terminati a giugno (+15% annuo), pari a una quota di mercato del 18%, e diventa il principale attore del comparto dal primo trimestre del 2024. Apple, invece, ha spedito 10,1 milioni di smartphone nello stesso periodo (+4%) e si è classificata al quinto posto. La società di Cupertino ha registrato una crescita in Cina per la prima volta dal quarto trimestre del 2023.

In generale, però, i profitti industriali cinesi continuano a calare in scia alla deflazione che aumenta la pressione sui margini delle imprese, a fronte di una domanda interna debole e delle incertezze legate al commercio globale: gli utili, calcolati sulle aziende con fatturato di almeno 20 milioni di yuan (2,8 milioni di dollari) legato alle proprie attività principali, sono scesi del 4,3% a giugno su base annua (-9,1% a maggio), mentre nel primo semestre dell’anno sono calati dell’1,8% (-1,1% a gennaio-maggio), secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di

statistica. Le aziende statali hanno registrato un calo dei profitti del 7,6% nel primo semestre e quelle del settore privato hanno avuto un aumento dell’1,7%, mentre le imprese straniere hanno segnato un guadagno del 2,5%.


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