Liguria

Votato il bilancio comunale, 3 giorni di discussione e 860 ordini del giorno: all’orizzonte ci sono elezioni


Genova. Tre giorni di maratona, 860 ordini del giorno, tre richieste di verifica di numero legale e numerose riunioni capigruppo “volanti”, il consiglio comunale di Genova ha votato con 22 sì, 15 no e 2 astensioni il bilancio preventivo dell’ente. Un bilancio che conferma un debito a 972 milioni di euro, in flessione rispetto all’anno scorso, 518 milioni in conto capitale nel piano triennale delle opere pubbliche, 90 milioni destinati al sociale, 44 per i servizi educativi e 222 milioni per il personale.

“Un bilancio non all’altezza delle sfide che Genova deve affrontare e che non risponde ai bisogni delle persone”, il giudizio di Davide Patrone, capogruppo del Pd, che esprimendo il voto contrario del gruppo ha rimarcato: “Per il sociale l’investimento è stabile rispetto all’anno scorso ma vede 10 milioni in meno rispetto al 2016”. Il dem ha attaccato anche sugli “scarsi investimenti per le periferie” e per il fatto che, ad esempio, 2,5 milioni spesi per eventi come Genova Jeans, Tricapodanno o il downhill Cerro Abajo avrebbero potuto essere destinati a capitoli come il “contrasto alla violenza di genere”.

Tra gli altri interventi di chi ha votato contro Filippo Bruzzone, capogruppo dei Rossoverdi, ha detto che “i numeri del bilancio discussi in aula ci restituiscono l’idea di una città chiusa e spaventata, una paura attraverso cui il centrodestra mantiene lo status quo e aumenta la distanza tra chi ha difficoltà ad andare avanti e chi no”.

Fabio Ceraudo, M5s, ha citato la descrizione di Genova fatta a suo tempo dall’artista Paul Klee e ha sottolineato: “distante dall’interregno che Piciocchi sta portando avanti, ci accingiamo a votare linee programmatiche che parlano non di una ma di nove città, in una visione verticistica che ha diviso il nostro territorio in base agli interessi di pochi e non dei cittadini”.

Cristina Lodi, capogruppo del Misto in quota Azione, ha espresso voto contrario a partire soprattutto dalle “incertezze sul bilancio della partecipata Amt, non ci sono dati sulle multe incassate, sul contenzioso milionario aperto con Trenitalia e sui trasferimenti statali”.

Si è astenuto, ma non senza dare un giudizio negativo sul bilancio, Stefano Costa, misto, ex Forza Italia: “Deludente la modalità di gestione del dibattito a partire dalle commissioni concentrate e carenti – ha affermato – il lavoro di questi mesi vede un bilancio in passivo su piano culturale, politico e umano ma anche amministrativo, per la mancanza di condivisione”.

Sempre nella minoranza Mattia Crucioli, Uniti per la Costituzione, ha parlato di un bilancio luci e ombre: “Bene la capacità di questi governo comunale di attrarre investimenti, bene il rigore sui conti, e anche gli investimenti nelle politiche della casa”. Ma il voto sul tema delle manutenzioni è “insufficiente, così come quello per la tutela del piccolo commercio”.

Interventi di altro tenore, per forza di cose, quelli del centrodestra. Federico Bertorello, capogruppo della Lega, ha valutato positivamente il bilancio ma ha stigmatizzato il fatto che, discutendo non di linee programmatiche ma di documenti economici, “sarebbe stato meglio presentare emendamenti nel merito piuttosto che centinaia di ordini del giorno sulla qualunque”.

Poi ha chiesto agli “assessori, anche ai nuovi, uno scatto in avanti chiedendo di coadiuvare il vicesindaco reggente e partecipare alle commissioni”. Ha pungolato il centrosinistra “che ha cercato, fallendo, di spostare la bisettrice dai temi di bilancio ad altri temi, ma invito l’opposizione a portare sugli stessi temi mozioni e documenti in aula nei prossimi mesi”.

Franco De Benedictis, Fratelli d’Italia, ha espresso soddisfazione per una “Città cresciuta soprattutto sul fronte del turismo” e auspicato una crescita di investimenti nel settore portuale. Walter Pilloni, capogruppo di Vince Genova, ha definito il bilancio preventivo “pieno di spunti” e che lo fa “essere moderatamente ottimista sul fatto che alle prossime comunali i genovesi ci riconsegneranno le chiavi della città”. Anche Lorenzo Pasi, di Genova Domani, ha fatto un accenno alle future elezioni lodando il bilancio presentato dall’assessore e vicesindaco reggente Piciocchi e dicendo: “Anche sulla base di questo bilancio, sarà un ottimo candidato”.

Non è voluto intervenire in aula, se non per esprimere il parere della giunta sugli ordini del giorno, ma tira le somme della tre giorni, lo stesso vicesindaco reggente Pietro Piciocchi: “A conclusione della sessione di bilancio, che ci ha visti impegnati per oltre tre settimane nei lavori di commissione e d’aula, desidero esprimere il mio compiacimento e un sentito ringraziamento alle forze di maggioranza che, senza alcuna esitazione, hanno dimostrato enorme compattezza nel sostenere la giunta comunale, nonostante i reiterati tentativi di alcuni esponenti dell’opposizione di boicottare i lavori, facendo mancare il numero legale oppure producendo documenti al bilancio manifestamente strumentali. Tentativi tutti falliti e rispediti al mittente – si legge in una nota – oggi abbiamo scritto una bella pagina nel governo della nostra città che, anche dopo la decadenza del sindaco Marco Bucci, prosegue con saldezza e costanza nella consapevolezza del senso di responsabilità che abbiamo nei confronti dei cittadini e delle cittadine genovesi. Abbiamo approvato un bilancio che dimostra il rigore e la solidità del nostro Ente e che ci consentirà, fin dai primi giorni del prossimo anno, di intraprendere molte importanti azioni nell’interesse della città”.

Durante i tre intensi giorni di seduta sul bilancio, sono state tre le occasioni in cui la minoranza ha chiesto la verifica del numero legale, per tentare di far saltare i lavori evidenziando le assenze di alcuni consiglieri, ma la maggioranza è sempre riuscita a garantirlo, anche se, almeno in un caso, di misura. Da notare anche una discussione sulla moschea, tema che, dopo anni di assenza dall’aula rossa, è destinato a tornare di attualità.




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