Economia

Volpato (Banca Mediolanum): “Futuro a rischio se non si esce dal torpore”


L’Italia è da sempre tra i paesi più virtuosi in termini di risparmio, ma gli ultimi dati Bankitalia mostrano un calo della ricchezza media pro capite rispetto ad altre nazioni. Questo in un contesto in cui l’aspettativa media di vita si allunga sempre di più. Ne abbiamo parlato con Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum, che sottolinea l’importanza di attivarsi per correre ai ripari e non arrivare impreparati.

Quali sfide determina per i risparmiatori questo nuovo scenario di maggiore longevità in un contesto di minore capacità di risparmio?

“Dall’ultimo rapporto di Banca d’Italia emerge come gli italiani, storicamente un popolo di risparmiatori, siano molto indietro nelle graduatorie internazionali relative alla ricchezza pro-capite. Nel decennio 2011-2022 quest’ultima è cresciuta di appena il 10,5%, contro uno strabiliante 150% delle famiglie americane. A questo proposito occorre ricordare che all’inizio del secolo scorso l’aspettativa media di vita alla nascita era di 43 anni, oggi è di 81 anni per gli uomini e di 85 per le donne. Certamente una buona notizia che, però, porta con sé delle riflessioni sulla nostra capacità di finanziare gli anni in più regalati dalla longevità. Se anche gli italiani tornassero a recuperare il virtuosismo dell’accumulazione dei loro nonni, ovvero riuscissero a risparmiare il 20% del loro reddito lordo, in una vita lavorativa di 40 anni, metterebbero da parte solo otto dei venti anni in più regalati dalla longevità dagli anni Cinquanta a oggi. Mancano all’appello dodici anni a cui il risparmio, da solo, non può dare risposta”.

Come colmare questo gap?

“Le scelte di allocazione dei propri risparmi fanno la differenza. L’asset class che sul lunghissimo termine restituisce i migliori risultati è il mercato azionario perché agganciato all’economia reale, che progressivamente cresce sempre, anche se non in maniera lineare. Vanno però rispettate due regole d’oro: massima diversificazione e adeguato tempo di permanenza sui mercati. Se gli obiettivi di vita per cui si risparmia si collocano sempre più in là sull’asse temporale per via dell’allungamento medio di vita, parallelamente anche gli investimenti azionari vanno collocati sul lungo, lunghissimo termine”.

Quale può essere il ruolo svolto dalla consulenza finanziaria in questo contesto?

“Noi consulenti finanziari possiamo davvero fare la differenza nella vita degli altri, ma dobbiamo uscire dal torpore dell’abitudine che ci toglie profondità e consapevolezza del nostro agire. La posta in gioco è alta. Non lavoriamo con oggetti, ma con persone. Dunque, se non prestiamo la dovuta attenzione, le vite degli altri rischiano ricadute pesanti: l’autonomia finanziaria dai cari, la libertà di continuare a essere generosi verso gli altri, la serenità nell’ultimo tratto del cammino della propria vita. Occorre che ci ricordiamo ogni giorno il motivo per cui entriamo in una famiglia, è necessario mantenere il focus e non distrarsi. Questa è la variabile che dà spessore e profondità alla nostra vita professionale, che cambia l’atteggiamento con cui guardiamo alla vita degli altri. Ho sempre pensato che la nostra forza dipendesse dalla consapevolezza del nostro ruolo. Oggi ne sono fermamente convinto”.


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