“Voglio capire come si spende nella sanità”, medico sanzionato senza spiegazioni per le prescrizioni di farmaci vince contro l’Asl
Il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria ha accolto il ricorso di una dottoressa di medicina generale contro l’Asl Umbria 2, obbligando l’Azienda a fornire i documenti e i dati utilizzati per stabilire la soglia di spesa farmaceutica pro capite dei medici convenzionati.
La vicenda ha origine da una contestazione di addebito mossa alla dottoressa da parte dell’Azienda sanitaria, che le ha comminato una sanzione di oltre 400 euro per presunta violazione dei criteri di “appropriatezza prescrittiva” relativi a farmaci per il sistema nervoso, l’ambito cardiovascolare e i colliri. Secondo la Commissione distrettuale per l’appropriatezza, la spesa farmaceutica attribuita alla dottoressa risultava significativamente superiore rispetto alla media degli altri medici dell’Asl.
Ritenendo non chiari i criteri utilizzati per calcolare tale scostamento, la professionista ha presentato un’istanza di accesso agli atti, chiedendo di poter visionare e ottenere copia dei criteri e dei metodi di calcolo utilizzati per determinare il numero di pazienti “pesati” (in particolare gli anziani, maggiori consumatori di farmaci); dei dati aggregati di spesa farmaceutica pro capite dei medici della stessa Asl e dei documenti regionali e aziendali utilizzati per stabilire i tetti di spesa individuali.
L’Asl ha parzialmente rigettato la richiesta, sostenendo l’inesistenza o l’irrilevanza dei dati richiesti e invocando, tra le altre cose, la tutela della privacy e l’assenza di un preciso interesse giuridico. Di fronte al diniego, la dottoressa ha impugnato il provvedimento davanti al Tar.
Il Tribunale amministrativo ha respinto tutte le eccezioni di inammissibilità sollevate dall’Azienda e ha riconosciuto la piena legittimità dell’interesse della ricorrente, sia come medico soggetto a potenziali sanzioni, sia come cittadina che intende conoscere i criteri di spesa pubblica nel settore sanitario.
Secondo i giudici, è diritto della dottoressa ottenere trasparenza sui metodi utilizzati per valutare l’appropriatezza delle prescrizioni, incluso il numero e la tipologia di pazienti considerati per il calcolo della spesa farmaceutica individuale. Il Tar ha infatti chiarito che “la libertà prescrittiva del medico deve essere bilanciata con il principio di appropriatezza”, ma quest’ultima “non può essere valutata in modo opaco e arbitrario”. Il Tribunale ha inoltre condannato l’Azienda sanitaria al pagamento delle spese legali, quantificate in 1.000 euro.
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