Lazio

“Vogliamo giustizia” – Il Tempo


Massimiliano Gobbi

Centinaia di fiaccole in onore di Nahid. Un lungo corteo silenzioso ha attraversato le strade di Tor San Lorenzo per rendere omaggio a Nahid Miah, il benzinaio ucciso martedì scorso durante una rapina nel suo distributore in via delle Pinete. Un uomo, un padre, un lavoratore instancabile. Uno di quei volti che in molti nella zona conoscevano, sempre gentile, sempre al suo posto dietro la pompa di benzina, mai un gesto fuori tono. La sua vita è stata spezzata da una coltellata, in un gesto di violenza insensata che ha lasciato una comunità sgomenta. Da Largo San Lorenzo, la folla si è mossa in silenzio, una candela in mano, lo sguardo basso, il cuore carico di dolore. C’erano volti segnati dalle lacrime e altri irrigiditi dalla rabbia. Ma soprattutto, c’era una comunità intera che si è stretta attorno alla sua famiglia. La moglie, distrutta, ha voluto esserci. Ha voluto guardare negli occhi quella marea di persone che in questi giorni non l’ha mai lasciata sola. “Grazie, grazie a tutti voi – ha detto con voce rotta – mio marito amava questo lavoro, questa terra. Non meritava questa fine. Vogliamo solo giustizia”.

Il corteo ha raggiunto piazza Falcone e Borsellino dove si è tenuto un momento di raccoglimento. Presente anche il sindaco di Ardea, Maurizio Cremonini, insieme a numerosi consiglieri comunali, assessori, esponenti delle forze dell’ordine, carabinieri, polizia locale, volontari della protezione civile. “Non lasceremo sola questa famiglia – ha detto il primo cittadino – i servizi sociali sono già attivati per sostenere la moglie e i due figli di Nahid. Come amministrazione faremo tutto ciò che è in nostro potere. Ma ora dobbiamo guardare oltre, dobbiamo chiederci come impedire che simili tragedie si ripetano”. La fiaccolata, promossa dall’associazione Torsa, è stata un grido collettivo: “Basta violenza, vogliamo sicurezza”. Una richiesta accorata, urgente che ha trovato eco non solo nella comunità italiana ma anche nella numerosa e affiatata comunità del Bangladesh, presente in massa, visibilmente scossa ma composta. “Nahid era un fratello per noi – ha detto un portavoce – era un esempio, un lavoratore onesto. Ci hanno portato via uno di noi”.

Le indagini proseguono senza sosta. Gli inquirenti hanno acquisito e stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza. Secondo quanto trapelato, Nahid avrebbe tentato di reagire al rapinatore che l’ha colpito mortalmente con una coltellata prima di fuggire a bordo di una moto, portando via poche centinaia di euro. Un gesto vile, che ora rischia di costare caro a un assassino ancora senza volto. Il prossimo 7 giugno un’altra fiaccolata attraverserà le strade di Nuova California, organizzata dall’associazione Nuova California 2004, per continuare a tenere alta l’attenzione. “Non possiamo permettere che cali il silenzio – dicono i promotori – la memoria di Nahid deve restare viva, e con essa l’impegno per un territorio più sicuro”.


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