Umbria

Visite, esami e interventi: più disponibilità e nuove regole per ridurre le attese in Umbria


Più ore di attività in sala operatoria, un aumento dei turni di lavoro, nuove risorse professionali e una gestione integrata delle liste d’attesa. Sono queste le misure principali previste dall’accordo siglato il mercoledì tra l’Azienda ospedaliera di Perugia e l’Usl Umbria 1, che punta a ridurre i tempi di attesa per visite ed esami e a contenere la mobilità sanitaria verso altre regioni. Un accordo che arriva dopo quello dei giorni scorsi tra Usl 2 e ospedale di Terni.

L’accordo L’intesa prevede un potenziamento complessivo dell’offerta sanitaria in quattro aree chiave: medica, chirurgica, riabilitativa e diagnostica. Nell’area medica, l’obiettivo è una distribuzione più efficiente dei ricoveri, indirizzando i pazienti meno complessi negli ospedali più vicini alla loro residenza, per alleggerire la pressione sull’ospedale di Perugia.

Chirurgia In ambito chirurgico, l’accordo prevede l’aumento delle sedute operatorie in diversi ospedali umbri. A Perugia, si aggiungeranno due sedute settimanali di ortopedia, mentre in altri presidi si potenzieranno specifiche aree chirurgiche: a Todi per l’urologia, ad Assisi per chirurgia pediatrica e oculistica, a Castiglione del Lago per chirurgia generale. Complessivamente, la rete traumatologica regionale passerà a 12 sedute settimanali per l’ortopedia programmata e 9 per l’ortopedia traumatologica. Inoltre, l’attivazione di una “lista unica” per interventi di piccola chirurgia permetterà di velocizzare i tempi di attesa.

Le misure Sul fronte della riabilitazione, l’accordo prevede l’attivazione di nuovi posti letto per pazienti ortopedici, neurologici, cardiologici e geriatrici nelle strutture della Usl Umbria 1, garantendo una maggiore continuità assistenziale. Per la diagnostica, verranno aggiunte nuove sedute di risonanza magnetica, in particolare all’ospedale della Media Valle del Tevere. Un’altra innovazione riguarda la refertazione a distanza, che sarà estesa anche agli esami non urgenti, riducendo la necessità di spostamenti per i pazienti. Inoltre, chi soffre di patologie croniche, oncologiche o rare avrà accesso più rapido ai percorsi clinici specializzati, senza dover rientrare nei tempi lunghi della tutela generale. Infine, per migliorare l’accesso alle cure, i pazienti che necessitano di prestazioni di secondo livello potranno essere presi in carico direttamente dagli specialisti, senza dover tornare dal medico di base per ulteriori prescrizioni.

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