Virus West Nile, terza vittima nel Lazio: aveva 86 anni
È un’estate segnata dall’allerta sanitaria nel Lazio, dove il virus West Nile ha fatto registrare la terza vittima nel giro di pochi giorni.
L’ultimo decesso è avvenuto all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina: un uomo di 86 anni, già affetto da gravi patologie pregresse, è morto dopo un mese di ricovero in terapia intensiva. Era tra i primi casi accertati nella regione.
Solo ventiquattr’ore prima, lunedì 28 luglio, un altro lutto: all’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma è deceduto un uomo di 77 anni, residente a Isola del Liri (Frosinone) e di recente soggiornante a Baia Domizia, in Campania. Anche lui era un soggetto fragile, affetto da più patologie, ed era stato colpito dalla cosiddetta “febbre del Nilo”.
La prima vittima del virus, una donna di 82 anni residente a Nerola, in provincia di Roma, era spirata il 20 luglio all’ospedale Santa Maria Goretti di Fondi. Tre morti in poco più di una settimana che fanno scattare l’allarme, ma che non devono alimentare panico ingiustificato.
In provincia di Roma, due casi sono stati rilevati ad Anzio e Nettuno. Le amministrazioni comunali hanno subito attivato le contromisure, promuovendo campagne informative e attivando canali di comunicazione diretti con la cittadinanza.
Nel pomeriggio di lunedì 28 luglio, la Asl Roma 6 ha convocato una riunione straordinaria della Conferenza locale per la sanità. All’incontro, coordinato dal direttore generale Giovanni Profico, hanno partecipato i sindaci del territorio e i direttori sanitari. Obiettivo: fare il punto sull’evoluzione del contagio e condividere le misure di contenimento.
Le autorità sanitarie rassicurano: “La situazione è monitorata con attenzione e sotto controllo.“ Il virus West Nile, spiegano gli esperti, non si trasmette da persona a persona, ma esclusivamente attraverso la puntura di zanzare infette.
I numeri aiutano a contestualizzare la portata dell’infezione: nell’80% dei casi l’infezione è asintomatica, il 20% manifesta sintomi simili a quelli influenzali, mentre solo lo 0,1-1% può sviluppare complicanze neurologiche, per lo più in soggetti anziani o con un sistema immunitario compromesso.
È già stato stabilito che, in caso di contagio accertato, verrà effettuata una disinfestazione straordinaria entro un raggio di 200 metri dall’abitazione del paziente. Interventi mirati, parte di un protocollo più ampio di sorveglianza sanitaria e ambientale già avviato dalla Regione Lazio in collaborazione con le autorità locali.
In attesa che l’estate ceda il passo a stagioni meno favorevoli alla proliferazione delle zanzare, le raccomandazioni rimangono le stesse: evitare ristagni d’acqua, proteggersi con repellenti e zanzariere, e rivolgersi al proprio medico in caso di febbre persistente, mal di testa o affaticamento anomalo.
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