Società

Virginia Benzi, la Quantum Girl alla conquista dei social

In questa intervista, Virginia ci racconta il suo percorso, dai primi esperimenti su TikTok fino al suo debutto televisivo, condividendo le sue riflessioni sul ruolo della divulgazione scientifica nell’era dei social media e l’importanza di ispirare più giovani, soprattutto ragazze, a intraprendere carriere nel campo delle materie scientifiche.

L’intervista a Virginia Benzi

Come hai capito che la divulgazione sui social poteva essere il tuo lavoro?
«Beh, diciamo che ho iniziato circa un anno fa, poco prima di finire l’università. All’inizio era un po’ un esperimento, facevo video su TikTok con un telefono vecchio e scattante, niente di professionale. Poi ho conosciuto la realtà di Generazione STEAM e abbiamo iniziato a collaborare ancora prima che mi laureassi. Questo mi ha dato fiducia: ho capito che potevo trasformarlo in un vero e proprio lavoro. Dopo la laurea, ho iniziato a prenderlo sul serio, costruendo pian piano tutto quello che vedi ora. Speriamo di fare sempre meglio!»

Qual è stato il tuo primo video di divulgazione?
«Stavo preparando l’esame di relatività generale, quindi tutto ciò che riguarda l’evoluzione dell’universo. Credo che uno dei primi video fosse su Einstein e la sua equazione E=mc². Parlavo di come questa formula teorica venisse testata sperimentalmente al Cern, con le collisioni di particelle. La reazione del pubblico è stata molto positiva e questo mi ha dato la spinta per continuare. TikTok è un social immediato, e vedere che i miei contenuti venivano apprezzati, anche senza avere un gran seguito, mi ha motivata a proseguire».

Cosa ti piace di più e di meno di questo lavoro?
«Amo il fatto che ogni giorno ci sia qualcosa di nuovo, è un lavoro creativo e mai uguale a se stesso. Mi piace anche il processo di crescita, aggiungere un tassello alla volta per raggiungere gli obiettivi che ho in mente. E poi, adoro confrontarmi con la mia community e far emozionare le persone con i miei contenuti. Il lato negativo, invece, è dover scendere a compromessi con i social. A volte vorresti parlare di un argomento in modo più approfondito o libero, ma l’algoritmo non perdona: se il video non è montato a regola d’arte, rischi che non venga visto da nessuno».

Come scegli i temi da trattare sui social per catturare e mantenere l’attenzione del pubblico?
«Questa è la parte più complessa e richiede molto tempo. All’inizio trattavo argomenti tecnici e specifici, ma col tempo ho imparato ad adattarmi ai vari social. Su YouTube pubblico contenuti diversi rispetto a Instagram o TikTok, perché ogni piattaforma ha un pubblico diverso con aspettative diverse. Quindi passo molto tempo a leggere articoli, libri o a guardare video per trovare l’argomento giusto. Ma alla fine è sempre un po’ un azzardo, perché non sai mai come reagirà il pubblico fino a quando non pubblichi il video».




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