Vincenzo Schettini de La Fisica che Ci Piace: «Sono gay. Per anni mi sono sentito sbagliato ma nessuno di noi lo è, tutti siamo unici»
La voce velocissima che caratterizza i video di divulgazione che hanno reso Vincenzo Schettini il professore di fisica più famoso d’Italia c’è ancora, ma questa volta a tratti si inceppa leggermente per l’emozione data dalle parole pronunciate. Il tema non è infatti un esperimento divertente o la spiegazione di come la fisica governi ogni ambito della vita, ma la vita stessa.
Ai suoi quasi tre milioni di follower su Instagram e 793.000 iscritti al canale YouTube Schettini ha infatti parlato della propria omosessualità, partendo delle fragilità che lo hanno attraversato nel percorso di scoperta e accettazione. «Alle elementari e medie quando sentivo le prime attrazioni per i bambini e non per le bambine, per le ragazze e non per i ragazzi, la sensazione che ho avuto è stata di estrema confusione perché attorno a me vedevo un mondo dettato solo da un racconto di eterosessualità, che andava tutto in quella direzione. Mi sentivo solo e infatti alle medie ho provato ad approcciarmi a due ragazze, senza successo. In quel periodo e anche dopo mi sono giudicato tanto, mi sono proprio detto: sei sbagliato. Tu sei nato in maniera sbagliata perché vedevo i miei amici fidanzarsi con le ragazze, e io non riuscivo a farla quella cosa».
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Crescendo e abbracciando completamente se stesso, il prof dalla capigliatura estrosa e il piglio divertente e rivoluzionario che tutti avremmo voluto avere a scuola, ha capito che «nessuno di noi è sbagliato. Ognuno deve amare quello che è, il proprio corpo e la propria unicità. Perché siamo belli, siamo unici».
Una consapevolezza frutto di un lungo percorso: «Quando ho capito di essere gay l’ho voluto dire subito ai mie genitori ed è stato estremamente difficile e traumatico. Si è creata una frattura in quel momento tra loro e me. Io credevo di fare una cosa buona dicendolo, forse ho sbagliato il modo e in quel momento loro non erano preparati». Oggi il suo rapporto con mamma e papà è ottimo ma ci sono voluti anni: «E’ stata dura ma sono convinto che quella situazione conflittuale sia servita perché ora ci amiamo molto più di quanto ci amavamo prima».
Il racconto di Schettini è lungo e testimonia come negli anni Ottanta e Novanta nel nostro Paese fosse difficile uscire da binari che la società credeva quasi invalicabili, e che tutt’ora fatica ad accettare. Anche se, come detto dallo stesso professore, le cose stanno infatti lentamente migliorando, sono ancora tante le difficoltà e i rischi che chi è parte della comunità Lgbtq+ si trova quotidianamente ad affrontare.
Secondo l’associazione Gay Center che gestisce il contact center anti omotransfobia Gay Help Line, le aggressioni a sfondo omotransfobico in Italia nel 2024 sono state 3.600. Un numero che, considerando i molti episodi non denunciati per paura, da solo non fotografa a pieno la situazione, ma che già da solo è bastato a far scivolare l’Italia al 36esimo posto nella classifica europea dei Paesi più sicuri per le minoranze.
Proprio per questo serve parlare ai giovani, e chi meglio di un professore come lui? Sempre nel video Schettini ha parlato di quello che vede ogni giorno tra i corridoi delle scuole in cui insegna e che frequenta per fare divulgazione: «Viviamo in un mondo nel quale un ragazzo e una ragazza che si baciano per strada non vengono notati. Lo vedo a scuola, quando arrivo la mattina tra i ragazzi che sono fuori vedo spesso una scena classica: lui che bacia lei. È una cosa normale da vedere. In teoria, sarebbe normale vedere anche due ragazzi che si baciano. Però io non lo vedo. Perché continuiamo ad avere paura? Dobbiamo chiederci perché continuiamo ad avere paura».