Lazio

“Viminale? A disposizione” – Il Tempo


Matteo Salvini segretario della Lega per la terza volta. Eletto per acclamazione dal primo congresso nazionale del partito alla Fortezza da Basso di Firenze, annuncia che questo sarà il suo ultimo mandato e sarà «a disposizione» per il ritorno al Viminale, dopo la forte richiesta arrivata dall’assise del Carroccio. «Matteo Piantedosi è un amico ed è un ottimo ministro. È stata persona leale, di fiducia, di parola. Questo è un congresso di partito, è il mio dovere ascoltare quello che il mio partito e gli amministratori mi chiedono. Parlerò con Piantedosi e con Meloni, sono a disposizione della Lega e del governo», le parole del vicepremier. Che, dopo aver ringraziato «l’amica» Giorgia Meloni per il suo messaggio in video al congresso del Carroccio, chiarisce che «l’autonomia e il premierato vanno di pari passo, mano nella mano». Poco prima la presidente del Consiglio aveva assicurato, fra l’altro, che il governo andrà «avanti, pancia a terra, fino a fine legislatura» e che «intendiamo rispettare il programma punto per punto». Ma l’inquilina di Palazzo Chigi non è l’unica ospite a sorpresa dell’assise leghista, a cui partecipano anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e il segretario generale Ugl, Francesco Paolo Capone. Poco prima del presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, interviene in collegamento, Marine Le Pen, la leader dell’opposizione in Francia, condannata a 4 anni e dichiarata ineleggibile in vista delle Presidenziali del 2027. A Parigi si tiene una manifestazione dei suoi sostenitori e Le Pen dichiara che la decisione dei giudici «ha calpestato il mio popolo, il mio Paese e il mio onore, non mi arrenderò». Poi aggiunge: «In tutti i Paesi europei, i leader dei partiti nazionali sono perseguiti, come Matteo Salvini» e «ai candidati scomodi è vietato partecipare alla corsa, come in Romania». I rappresentanti dei Patrioti, che si alternano sul palco di Firenze o in video, mandano messaggi di «solidarietà» alla numero uno di RN e attaccano a spada tratta le politiche dell’Ue. Si alternano, tra gli altri, il premier ungherese, Viktor Orban, Santiago Abascal di Vox e il leader del Pvv olandese, Geert Wilders. Dopo il mega raduno dei sovranisti del dicembre 2023 in vista delle ultime elezioni europee, il congresso della Lega diventa un’occasione per ritrovarsi. Salvini punzecchia: «Per qualcuno siamo estremisti, fascisti e razzisti, l’Internazionale nera, ma io qua vedo unicamente estremisti del buonsenso, donne e uomini sorridenti, pacifici, orgogliosi».

Ma poi attacca: «Un’Europa sana domani mattina azzera il Green Deal, il Patto di stabilità, norme, divieti, vincoli e regolamenti perché quelli sono il mega dazio. È a Bruxelles il problema, lì bisogna sfoltire e usare la motosega di Milei». E non solo. Dopo un omaggio ai suoi predecessori, Roberto Maroni e Umberto Bossi, ma anche a Silvio Berlusconi (mostrato in foto accanto a Vladimir Putin e a George Bush), Salvini sul palco consegna la tessera del partito a Roberto Vannacci, ora in lizza per diventare vicesegretario, anche in virtù delle modifiche allo statuto. «È fondamentale accettare la sfida dell’apertura e del coinvolgimento. È chiaro che il nostro patrimonio sono i militanti. Con la gratitudine storica per chi c’è da 30 anni, dobbiamo aprire», chiarisce il leader del partito. Non tutti, in effetti, anche alcuni big, vedono di buon occhio la possibile scalata del generale nella gerarchia del movimento fino a un posto da vice. Eppure, dal canto suo, l’eurodeputato toscano promette fedeltà alla Lega che l’ha accolto da indipendente l’anno scorso: «Da oggi andiamo avanti insieme, ringrazio i critici e anche i perplessi». Salvini, dal canto suo, fa presente che quello che inizia oggi sarà il suo ultimo mandato alla guida del Carroccio: «Sono sicuro che al prossimo congresso federale sarò qui da delegato, perché qua ci sarà il prossimo segretario federale, non so chi. Per i prossimi anni mi metto a disposizione». E non solo. Durante il suo intervento, il leader ripercorre la storia del partito di via Bellerio, mostrando alcuni manifesti della Lega ideati dal Senatùr, e poi non nasconde l’ambizione di tornare a essere prima forza della coalizione, parlando più di una volta di un movimento «in crescita». Nel contempo, però, non si nasconde dietro un dito: «Il sostegno al governo Draghi? Scelta delicata. Siamo entrati da primo partito e siamo qui – ora in crescita – solo grazie a voi. È stato il periodo più complicato in assoluto. Probabilmente, è stato un male necessario ma difficile da spiegare».


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