Vietnam d’Oriente? Cosa rischia Israele con occupazione Gaza

Un’eventuale conquista completa della Striscia potrebbe trasformarsi in un conflitto asimmetrico di lunga durata, logorante sul piano militare, politico e morale. Le analogie con la guerra del Vietnam non mancano, ma le differenze sono sostanziali.
Se l’IDF, l’esercito israeliano, dovesse occupare l’intera Striscia di Gaza, potremmo assistere a uno scenario simile — sebbene non identico — a quello vissuto dagli Stati Uniti in Vietnam. Un conflitto che Israele vincerebbe sul piano militare, ma rischierebbe di perdere su quello politico, strategico e morale, incagliandosi in una guerra a bassa intensità ma ad alta usura. Ecco perché.
Una guerriglia urbana permanente
La caduta militare di Hamas, in quanto struttura organizzata, non significherebbe la fine della resistenza armata palestinese. Al contrario, potrebbe aprire le porte a una fase nuova e ancora più caotica del conflitto, fatta di guerriglia urbana, attentati, sabotaggi e azioni sporadiche condotte da cellule armate o da singoli combattenti.
Con una popolazione di oltre due milioni di abitanti in un’area di appena 365 km², Gaza è un ambiente urbanizzato e altamente militarizzato: una trappola perfetta per logorare un esercito regolare.
L’occupazione come boomerang
Tenere militarmente la Striscia richiederebbe un impegno umano, logistico e finanziario costante e potenzialmente illimitato. Sarebbe un’occupazione senza chiara “exit strategy”, condotta contro una popolazione ostile e in una condizione di isolamento internazionale crescente.
Come per gli Stati Uniti in Vietnam, il successo militare rischierebbe di trasformarsi in un boomerang politico, soprattutto se la comunità internazionale cominciasse a considerare Israele non più come uno Stato che si difende, ma come una potenza occupante fuori controllo.
Il consenso interno può crollare
Le fratture nella società israeliana — già oggi visibili tra falchi e colombe — potrebbero acuirsi di fronte a un’occupazione prolungata. Il prezzo da pagare in termini di vite, spesa pubblica, tensioni diplomatiche e isolamento reputazionale sarebbe alto, e potrebbe minare la tenuta dei governi futuri.
Il logoramento psicologico della popolazione israeliana, sottoposta a continui attacchi e a un conflitto senza fine visibile, è un fattore da non sottovalutare.
Ideologia che sopravvive alle bombe
Proprio come l’ideologia comunista sopravvisse alla forza militare americana in Vietnam, l’ideologia della resistenza palestinese rischia di uscire rafforzata dalla distruzione di Hamas. Il martirio, la narrazione dell’oppressione, la trasmissione intergenerazionale dell’odio: tutti elementi che possono alimentare nuove insorgenze, anche senza un vertice politico o militare definito.
Le differenze non trascurabili
Tuttavia, Gaza non è il Vietnam. Nessun attore come l’Unione Sovietica o la Cina fornisce oggi a Gaza lo stesso tipo di supporto che Hanoi ricevette nella guerra fredda. L’IDF dispone di tecnologia e capacità di intelligence ben superiori a quelle degli USA degli anni Sessanta, e la Striscia ha dimensioni infinitamente più gestibili, almeno sulla carta.
Inoltre, Israele ha già dimostrato in passato la volontà politica di abbandonare territori ritenuti troppo costosi da gestire (Gaza nel 2005, Libano Sud nel 2000).
Una vittoria che può diventare sconfitta
In ultima analisi, l’occupazione totale di Gaza potrebbe consegnare a Israele una vittoria militare vuota, capace di mutarsi in sconfitta sul piano della strategia a lungo termine. L’errore degli Stati Uniti in Vietnam fu credere che la superiorità bellica potesse bastare per piegare una volontà collettiva radicata e disposta al sacrificio estremo. Israele rischia oggi lo stesso errore.
Come allora, il rischio non è quello di perdere una guerra sul campo. È quello, molto più insidioso, di rimanere invischiati in un conflitto infinito, in cui ogni vittoria alimenta l’odio, e ogni sconfitta ha il sapore amaro dell’inevitabile.
Ecco una tabella comparativa chiara e sintetica che mette a confronto il conflitto del Vietnam con un potenziale scenario di occupazione totale della Striscia di Gaza da parte di Israele:
Aspetto | Vietnam (USA) | Gaza (Israele) |
---|---|---|
Tipo di conflitto | Guerra asimmetrica, guerriglia rurale | Guerra asimmetrica, guerriglia urbana |
Estensione del territorio | Enorme (oltre 330.000 km²) | Piccolissima (365 km²) |
Popolazione locale | Circa 40 milioni | Circa 2,3 milioni |
Tipo di resistenza | Viet Cong, sostenuto da popolazione e alleati esterni | Hamas e altri gruppi, radicati nella popolazione civile |
Sostegno esterno | Cina e URSS (armi, fondi, addestramento) | Iran e reti islamiste, ma meno strutturate |
Tecnologia dell’invasore | Aviazione e armi convenzionali avanzate per l’epoca | Tecnologia di punta: droni, IA, cyber, precisione millimetrica |
Obiettivo militare dichiarato | Contenere il comunismo globale | Distruggere Hamas e garantire la sicurezza del Sud di Israele |
Obiettivo politico | Imposizione di un governo amico nel Sud | Disarticolare Hamas e mantenere il controllo su Gaza |
Costo umano e morale | Altissimo, crisi sociale negli USA | Potenzialmente altissimo anche per Israele |
Consenso interno | Progressivamente eroso | Già diviso, rischio di crisi politica e sociale |
Exit strategy | Ritiro dopo fallimento (1975) | Nessuna chiara al momento |
Esito finale | Vittoria del Nord Vietnam, ritirata USA | Incerto: rischio stallo o logoramento prolungato |
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