Video intimi rubati e venduti online: chi spiava De Martino sarebbe calabrese
Acquisiva i video privati dalle telecamere di sorveglianza e li rivendeva online: spiato Stefano De Martino; la spia potrebbe essere calabrese
Lo scandalo di questa estate 2025, le migliaia di immagini di telecamere di sicurezza di case private, tra cui quella del conduttore Rai Stefano De Martino, rubate e diffuse su internet a pagamento, passa anche dalla Calabria. O meglio dalla spiaggia di Diamante, dove era in vacanza ad agosto il probabile primo diffusore dei video con le vittime trasformate a loro insaputa in attori porno improvvisati.
Ma riavvolgiamo un attimo il nastro. Su un sito con un dominio registrato alle Isole Tonga, nel Sud del Pacifico, è possibile acquistare quanto ripreso dalle telecamere piazzate, in teoria, per inquadrare eventuali ladri e trasformate invece in macchine da presa per scene di sesso. Il clamore mediatico in Italia è scoppiato quando De Martino, avvisato da alcuni fan che lo hanno riconosciuto in un video, ha scoperto che erano online le immagini dei suoi rapporti con la fidanzata Caroline Tronelli.
SECONDO L’INVESTIGATORE INGAGGIATO DA DE MARTINO, LA SPIA POTREBBE ESSERE CALABRESE, DI DIAMANTE
A questo punto, entra in scena l’investigatore privato Amedeo Pantanella, ingaggiato da De Martino, che si è messo quindi alla ricerca del portale della vergogna e della fonte che lo ha alimentato. E un suo amico lo ha quindi contattato da Diamante dove un uomo, rimasto per ora anonimo, gli avrebbe condiviso un video con modalità da indurlo a ritenere che non lo avesse scaricato dal web o ricevuto da altri, ma che fosse proprio lui la fonte dei vari canali di diffusione.
L’investigatore ha chiesto di bloccare il soggetto e chiamare le forze dell’ordine, ma è stato tutto inutile: l’uomo si è dato alla macchia, non pagando nemmeno l’ombrellone del lido in cui aveva incontrato l’amico di Pantanella.
Dopo le querele le immagini provenienti dall’Italia sono state bloccate, ma non quelle dal resto del mondo e le indagini proseguono.
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