via libera a un intervento
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Orbetello (Grosseto). Nei giorni scorsi, su mandato del Comune di Orbetello, è stato effettuato sul territorio un intervento sperimentale di disinfestatone preventiva finalizzato a combattere la processionaria attraverso una pratica che elimina le larve prima l’infezione di propaghi sulla pianta.
L’intervento è stato eseguito da una ditta specializzata su tutte le piante, pini domestici e marittimi e 2 cedri, di proprietà del Comune di Orbetello che si trovano in spazi pubblici, quali scuole e giardini, attraverso la tecnica dell’endoterapia.
«In quanto unica strategia operativa consentita in ambiente urbano – spiega l’amministrazione comunale – in grado di combattere efficacemente il parassita e al contempo garantire i più alti livelli di sicurezza per le piante e per i cittadini. Con tale pratica, infatti, si distribuisce una piccola parte di prodotto fitosanitario all’interno dei vasi linfatici della pianta in modo che sia traslocato naturalmente alla chioma raggiungendo le piccole larve del fitofago in atto di nutrirsi degli aghi del pino causandone la morte».
«Nessun prodotto viene così disperso nell’ambiente e nelle aree limitrofe – proseguono dall’amministrazione – i piccoli fori praticati sul tronco delle piante e la bassa pressione manuale praticata nell’immettere la soluzione preparata non rappresenta alcun problema per la pianta stessa che in breve tempo provvederà naturalmente alla loro chiusura con resina e nuova corteccia».
«Questo intervento – chiarisce l’assessore all’ambiente del Comune di Orbetello, Luca Minucci – è volto a evitare la formazione dei nidi di processionaria sulle piante di proprietà comunale in primavera, è stato effettuato in via preventiva ed è sperimentale. I dati che ci sono stati forniti, però, sono confortanti in quanto evidenziano che il trattamento risulta efficace al 95% e dovrebbe avere la durata di due anni».
«La processionaria, com’è noto – conclude Minucci –m può risultare pericolosa per persone e animali, perciò l’amministrazione si è attivata per mettere in campo un intervento che, alla luce dei dati, potrebbe rivelarsi molto utile a limitare significativamente il fenomeno».