“Via il sovrintendente”. Ieri sera Wozzeck sospeso per un malore
VENEZIA – Il clima di tensione che da settimane attraversa il Teatro La Fenice di Venezia si è ulteriormente inasprito. In seguiro alle proteste per la nomina della direttrice musicale Beatrice Venezi, le rappresentanze sindacali e le Rsu del teatro hanno chiesto ufficialmente le dimissioni del sovrintendente e direttore artistico Nicola Colabianchi. Una richiesta che segna un nuovo punto di rottura in una vicenda ormai diventata simbolo di un conflitto profondo tra la direzione e le maestranze.
La decisione è maturata al termine di un incontro tra Rsu e sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal. Nel documento diffuso al termine della riunione, i sindacati hanno spiegato le ragioni della loro presa di posizione, individuando nella gestione del sovrintendente una «frattura irreparabile» con il personale del teatro. A pesare, secondo il testo, non solo la nomina della nuova direttrice musicale, definita priva di «trasparenza e condivisione», ma anche l’assenza di un dialogo costruttivo con le rappresentanze dei lavoratori.
L’ultimo incontro ufficiale tra Colabianchi e i sindacati risale all’8 ottobre, alla presenza del sindaco e presidente della Fondazione La Fenice, Luigi Brugnaro. Da allora, sostengono le organizzazioni dei lavoratori, non ci sarebbero stati ulteriori contatti. A questo si aggiunge il malcontento per una gestione percepita come distante e priva di ascolto, che ha alimentato settimane di mobilitazioni e proteste pubbliche.
La crisi è esplosa all’inizio di ottobre, quando Colabianchi ha annunciato la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale a partire dal 2026. La decisione, arrivata a sorpresa dopo mesi di confronto informale, ha suscitato immediate reazioni tra orchestra, coro e tecnici del teatro. Secondo le maestranze, il sovrintendente avrebbe agito senza il necessario confronto con il personale artistico, disattendendo le rassicurazioni di un dialogo preventivo.
Nel giro di pochi giorni è stato proclamato lo stato di agitazione e, il 17 ottobre, coro e orchestra hanno organizzato uno sciopero che ha portato alla cancellazione della prima di Wozzeck. In contemporanea si è svolta una manifestazione-concerto in campo Sant’Angelo, cui hanno partecipato oltre duemila persone tra cittadini, spettatori e simpatizzanti. L’iniziativa è stata accompagnata da un messaggio letto pubblicamente durante ogni replica successiva dell’opera, nel quale i musicisti hanno ribadito la richiesta di un cambiamento nella gestione del teatro.
Il sovrintendente Colabianchi, da parte sua, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Il silenzio della direzione è stato interpretato dai lavoratori come un ulteriore segnale di chiusura. Nel frattempo, il fronte sindacale ha confermato l’intenzione di proseguire con la mobilitazione anche nelle prossime settimane, in vista della nuova stagione che si aprirà il 20 novembre con La clemenza di Tito di Mozart.
A fianco dei lavoratori si è schierata una parte del pubblico, che ha manifestato sostegno attraverso lettere e messaggi indirizzati al teatro. Alcuni abbonati hanno espresso l’intenzione di non rinnovare il proprio posto in segno di solidarietà con le maestranze. Secondo le stime interne, sarebbero circa 160 i titolari di abbonamenti pronti a disdire.
Il sindaco Luigi Brugnaro, presidente della Fondazione, ha cercato di mantenere una posizione di mediazione, pur difendendo le scelte di Colabianchi e la nomina di Venezi. In diverse occasioni ha ribadito che non vi sarebbe alcuna intenzione di revocare l’incarico, invitando invece le parti a riaprire il dialogo. Secondo il primo cittadino, la protesta avrebbe assunto toni e modalità eccessive, sfociando in una contrapposizione che rischia di danneggiare l’immagine della Fenice.
Brugnaro ha inoltre criticato la modalità dello sciopero e la decisione di esibirsi in campo Sant’Angelo durante la manifestazione. A suo giudizio, l’iniziativa sarebbe incoerente con le motivazioni della protesta, sottolineando come, in passato, parte del personale avesse rifiutato di esibirsi all’aperto per motivi tecnici e climatici. Il sindaco ha ribadito che la direzione del teatro non era obbligata per legge a condividere preventivamente la nomina della direttrice musicale, ricordando anche che Colabianchi aveva presentato delle scuse formali ai lavoratori per le modalità con cui la decisione era stata comunicata.
La difesa di Beatrice Venezi è stata altrettanto netta. Brugnaro ha spiegato di aver parlato con la musicista, che si sarebbe detta amareggiata ma determinata a non fare passi indietro. Il sindaco ha inoltre sottolineato la necessità di dare fiducia a una professionista giovane, giudicando eccessive le critiche relative al suo curriculum.
Parallelamente, la vicenda ha assunto anche un rilievo nazionale e internazionale. Nei giorni successivi alle proteste, il quotidiano argentino La Nación ha pubblicato un articolo secondo cui l’arrivo di Venezi come direttrice ospite al Teatro Colón di Buenos Aires sarebbe stato favorito da una lettera dell’Ambasciata italiana, nella quale veniva menzionata la sua amicizia con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’episodio ha portato alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle ad annunciare un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri per chiarire la vicenda.
Dal Ministero della Cultura, invece, è arrivata una nota del sottosegretario Gianmarco Mazzi, che ha espresso una posizione critica verso la protesta dei lavoratori, affermando che chi non lavora non contribuisce alla cultura. Una dichiarazione che ha ulteriormente irrigidito il clima.
Nel frattempo, la Fenice si prepara ad affrontare una nuova fase di tensione. Le Rsu hanno dichiarato che la mobilitazione proseguirà fino al ripristino di condizioni di «rispetto, trasparenza e partecipazione». In vista dell’avvio della nuova stagione, non sono esclusi ulteriori scioperi o azioni dimostrative.
Il sindaco ha cercato di stemperare i toni, proponendo anche soluzioni pratiche per limitare gli effetti della protesta. Tra le ipotesi, la creazione di una lista d’attesa per consentire a nuovi spettatori di subentrare agli abbonati che decideranno di rinunciare ai propri posti. Brugnaro ha ribadito che l’obiettivo resta quello di evitare un danno economico e d’immagine per il teatro, pur ritenendo inaccettabili le modalità di contestazione.
Nonostante i tentativi di mediazione, la frattura tra direzione e lavoratori appare ancora profonda. La sensazione diffusa è che la nomina di Venezi abbia solo fatto emergere un malessere preesistente, legato a rapporti interni complessi e a un clima di fiducia ormai compromesso.
A pochi giorni dall’inaugurazione della nuova stagione, il Teatro La Fenice si trova così di fronte a una delle crisi più difficili degli ultimi anni. Da un lato la direzione e il Comune, che difendono la legittimità delle scelte compiute; dall’altro i lavoratori, che rivendicano maggiore trasparenza e partecipazione. Nel mezzo, un pubblico diviso, tra chi sostiene la protesta e chi teme che lo scontro possa offuscare il prestigio di una delle istituzioni culturali più importanti d’Italia.
Intanto, come riporta la Nuova Venezia in edicola oggi, la recita di Wozzeck è stata sospesa per un malore del direttore. Ieri sera, mentre era in corso la terza recita di “Wozzeck” di Berg, il direttore d’orchestra Markus Stenz, ha accusato un leggero malore. C’è stata un po’ di preoccupazione per la pausa imprevista, poi il direttore si è ripreso e ha rassicurato il pubblico ma, come riporta il quotidiano, non c’erano più le condizioni per riprendere l’opera.
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