Trentino Alto Adige/Suedtirol

Via Fago, tanto verde, famiglie e auto in corsa: «Qui si vive bene, ma servono i dossi» – Bolzano



BOLZANO. Via Fago? Immutata, o quasi. Nei decenni sono cambiati alcuni negozi, comunque «resistenti», con i tempi che corrono. Sono arrivate le paratie e le fioriere nella parte inferiore della strada, con sollievo dei residenti: perché qui le automobili corrono. Ma il verde, tanto, vario, quasi spontaneo e per questo ancora più piacevole, quello è rimasto. Ed è rimasta quell’aria di bel quartiere, tranquillo, popolato da famiglie giovani e pensionati.

La mobilità e le scuole

Il tema più sentito è la viabilità. «Servono dossi. Penso ad esempio alla parte alta di via Fago, vicino a Villa Serena. Darebbero sicurezza anche a chi come me va tanto in bici. Qui auto e moto superano troppo spesso il limite di velocità», evidenzia Silvia Pini, mentre Dagmar Mahl osserva che «lungo il tratto inferiore della strada hanno messo le paratie: ottima cosa. Ne servirebbero di più. E servirebbe senz’altro una ciclabile». Brigitte Schmidt ne è certa: «Ci vorrebbe la circonvallazione. La strada è stretta. E magari più verde comunale».

Può capitare di incrociare bambini in bici sul marciapiede. La mattina, invece, è un delirio, all’entrata e all’uscita da scuola. Famiglie sulle due ruote contromano in via Egger Lienz e poi in via Michael Pacher e in via Segantini, multe che fioccano, un serpentone di automobili. Doppio, perché via Fago è a doppio senso di marcia nonostante la carreggiata niente affatto generosa. Il lettore Bruno Butturini scrive al giornale: «Sono un nonno che si reca tutti i giorni a prendere i nipotini presso la scuola elementare Rosmini di Gries. I bambini vanno a scuola in monopattino e sono costretti a percorrere il marciapiede di via Fago, visto che il traffico, nella stessa via, è molto intenso. Ora, visto che Bolzano è considerata la città della bicicletta, è possibile che non si riesca a mettere in sicurezza una via che contiene asili, scuole elementari e superiori, case di riposo e in generale una categoria di utenti della strada considerato deboli, predisponendo una pista ciclabile?».

E ancora, Livio Ortombrina, allargando lo sguardo sul quartiere: «Ho segnalato la carenza di pulizia della zona, la mancanza di controllo per la sicurezza personale dovuta al costante aumento del traffico automobilistico conseguente alla eterna attesa della promessa circonvallazione di Bolzano».

Un punto di riferimento

Che a Gries il tennis sia di casa lo testimoniano i circoli, ben due intorno a via Fago: quello del parco Ducale e quello di via Martin Knoller. Ed è proprio al Tennis Club Bolzano che incontriamo Antonio Putrino e Paolo Mohovich. Per dire: Mohovich è socio da più di settant’anni. «Ogni anno vediamo qualche faccia nuova, ma per la maggior parte ci si conosce», nota Putrino. Ma è comunque tutto molto diverso dal periodo pre-smartphone, come rileva Mohovich: «Una volta per prenotare i campi c’era la coda, eravamo più di 400 soci. Il club ha sempre avuto una funzione di ritrovo dei giovani. Era una famiglia. Oggi, per fortuna, vediamo che il tennis giovanile funziona molto bene: i corsi sono molto frequentati e i maestri sono bravi. Dev’essere l’effetto Sinner».

Le attività commerciali

Eccola, all’angolo con via Michael Pacher: la storica edicola di via Fago, delizia di scolari e scolare che all’uscita dalle Rosmini passano a curiosare tra carte Pokémon e giornalini, e dei residenti avidi lettori di quotidiani e riviste. Ci sono ancora le Goleador, come negli anni Novanta. Dietro il bancone dell’edicola, oggi c’è Susi Lin: giovane, donna, imprenditrice.

Due anni fa, il titolare precedente fu aggredito da un rapinatore alle otto di sera. Susi Lin replica sicura: «Mi faccio coraggio da sola». Come si sta, in via Fago? «Mi trovo bene». E una cliente, la signora P.G., aggiunge: «Io vivo sulla passeggiata dei Castani». Aslago. Molto verde anche quella. «Senz’altro – risponde – ma mancano i servizi, e i residenti sono piuttosto anziani e ne avrebbero un gran bisogno. Ad esempio, ora che è ricominciata la scuola l’autobus passa con regolarità, ma in estate ce lo scordiamo».«Per la media di Bolzano, come quartiere siamo messi bene»: Yu Hang Wu sorride da dietro il bancone del suo bar quasi in cima alla via. Nato nelle Marche, fiorentino d’adozione, infine bolzanino, Wu (da 17 anni gestore del bar) si prende cura dei propri clienti. «È una clientela stabile», racconta. Ed è lo stesso al bar all’incrocio con viale Principe Eugenio, fulcro dei servizi della zona. «Sono le persone del quartiere», dice Savino Perchinelli, da dieci anni gestore del bar. Osserva comunque che «forse questa strada avrebbe bisogno di più vita: un supermercato, magari».

C’è il negozio biologico, l’unico alimentari nelle immediate vicinanze, come sottolinea Moira Precali, direttrice della farmacia all’angolo con via Defregger ormai da tre anni (il precedente titolare, un suo ex collega universitario, aveva aperto nel 2017). Con i vicini ambulatori medici, è un presidio sanitario che il quartiere ha molto apprezzato, anche a fronte dei cambiamenti registrati negli ultimi trent’anni, con la sparizione di parrucchieri, filiali bancarie, macelleria e poi dell’alimentari. A un certo punto c’è stato un negozio di computer.All’incrocio con viale Principe Eugenio troneggia lo stabile del Demanio: tapparelle rigorosamente abbassate e cancello perennemente chiuso. Nella zona raccontano che ogni tanto qualche gruppetto di ragazzi scavalca. Un residente azzarda: «Perché non farci uno studentato?».




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