Via Einstein, si parte: trenta milioni e consegna nel 2027 – Cronaca
BOLZANO. Tanto tuonò che piovve. I tuoni, in lontananza, sono stati l’attesa, pluriennale, di un’opera strategica per l’«agenda Bolzano», la prima in assoluto, che non si decideva a dare segni di vita effettiva; la pioggia, finalmente, è l’avvio dei lavori. “Siamo partiti” ha annunciato ieri Daniel Alfreider. E l’assessore provinciale promette: “I tempi sono di due anni e mezzo da oggi per vederne la consegna”. Così, dunque, prende forma l’operazione sottopasso di via Einstein, il quale garantisce così la movimentazione operativa di tutta la geografia delle connessioni infrastrutturali che, anche nelle intenzioni del Comune, dovranno ridisegnare l’intero assetto della viabilità a Bolzano sud, partendo dalla Zona per poi risalire con la riqualificazione di via Grandi, il tunnel dietro ponte Roma e una galleria stradale sotto il Virgolo solo in direzione nord.
Vista così, una sorta di compensazione “politica” alla mancata realizzazione della tangenziale-circonvallazione che doveva configurarsi con la Ss12 in galleria oppure con la A22 in tunnel. Opzioni entrambe abortite. Costo? Trenta milioni di euro. Tra lavori e somme a disposizione. Ha parlato Alfreider perché il sottopasso, pur essendovi stato coinvolto il Comune e di sua formale competenza, sarà interamente finanziato dalla Provincia che ha posto sulle spalle della sua ripartizione infrastrutture la direzione lavori e il budget. Il quale avrà il supporto in termini di cofinanziamento dell’FSC, il fondo per lo sviluppo e la coesione. Il progetto, più volte ridisegnato anche nelle sue connessioni con la viabilità preesistente, prevede un sottopasso di trecento metri, di cui 50 in galleria e i restanti affiancati da una trincea tra muri che potrà consentire alla attuale Ss12 di scorrere senza alcuna interruzione sotto l’incrocio posto tra le vie Galvani, Musy e Einstein. Poi, in superficie verrà invece realizzata una rotatoria larga nel suo diametro 45 metri, a distinzione del traffico ordinario della Zona.
Resta un interrogativo. Tutto questo sistema di interconnessioni sopra e sotto la superficie avrebbe dovuto essere completato con uno sbocco verso est, vale a dire verso la MeBo, perché, altrimenti, lo stesso traffico che avrà la possibilità di scorrere meglio nel tratto si troverà nell’imbuto dell’attuale accesso MeBo o dell’entrata verso la Fiera. A tal punto questo completamento è ritenuto strategico che lo stesso Alfreider ne ha fatto cenno: “I lavori iniziati adesso dovranno costituire solo il primo tratto di un asse che troverà la sua definizione con il collegamento verso est”. Il quale, ecco il punto, spetterà alla A22 nel quadro delle opere territoriali connesse alla concessione governativa. Che ritarda. E dunque frena anche questo suo “corollario” bolzanino. I lavori sono stati aggiudicati alla Pac Spa e Icop Spa, associazione temporanea di imprese, mentre la progettazione è divisa tra Pfeifer, capogruppo, Aribo Gretzer, studio Pasquali-Rausa e Nicolussi. PCA