Via Buozzi, l’incrocio della tragedia: pedoni costretti al “giro dell’oca” per attraversare la strada
Genova. Un percorso lungo e complicato per attraversare la strada, che induce molti pedoni a scegliere la via più breve, cioè la più pericolosa. L’incrocio tra via Buozzi, via Adua e via San Benedetto, nel quartiere di San Teodoro, è quello in cui all’alba di domenica ha perso la vita Sara Marzolino, l’attivista 22enne di Reggio Emilia falciata da un’auto che correva a folle velocità e scaraventata su un semaforo a decine di metri di distanza. Ed è uno dei più ostili nei confronti della mobilità pedonale, specialmente per chi non conosce a menadito la viabilità della zona.
Costeggiando il parcheggio di interscambio, chi volesse raggiungere il lato opposto della strada può approfittare di un attraversamento pedonale a chiamata all’inizio di via Adua. Ma poi, giunti sull’isola spartitraffico, non ci sono più strisce per completare la manovra. E così molte persone ogni giorno scelgono di violare il codice della strada e si buttano in mezzo alla carreggiata. Come hanno fatto le due ragazze emiliane coinvolte nella tragedia.

L’unico modo corretto per guadagnare la sponda opposta è girare a destra, percorrere il breve attraversamento pedonale (con semaforo), addentrarsi per qualche metro su mura degli Zingari, svoltare a sinistra sulle strisce e attendere nuovamente il verde per valicare via San Benedetto e da lì proseguire verso Principe o Dinegro. Lo stesso vale per coloro che provengono da levante e vogliono restare sul marciapiede lato monte. Ma tornare indietro – peraltro in assenza di indicazioni rivolte ai pedoni – è controintuitivo e perciò, una volta guadagnato il triangolo di cemento che distribuisce i flussi di traffico, si inventa un passaggio anche dove non dovrebbe esserci.
Le alternative sono lontanissime: in via Buozzi, verso ponente, il primo attraversamento disponibile dista oltre 200 metri, praticamente in corrispondenza della stazione della metropolitana. In direzione opposta bisogna raggiungere addirittura la stazione marittima, 300 metri più avanti. Tutt’altro che semplice per chi si muove a piedi.
A segnalarci la criticità di quello snodo nevralgico è Valter Allievi, residente a Vado Ligure, coinvolto in un incidente stradale analogo nella notte del 16 agosto 2022: “Arrivavo da via Gramsci, stavo attraversando con mio nipote di 13 anni, improvvisamente si è spenta la luce e mi sono risvegliato in ospedale – racconta -. Ho rischiato di perdere la milza, ho rischiato un’emorragia interna. Avevo diverse fratture scomposte, il ginocchio rotto, una costola incastrata in un polmone e ho subito una trombosi”. Un inferno durato mesi con una beffa finale: “Alla fine sono stato pure sanzionato perché non ho attraversato sulle strisce“. A investirlo era stato un uomo di 88 anni alla guida di un’auto che dichiarò di non averlo visto e per questo è stato ritenuto responsabile dell’accaduto solo parzialmente.
Cosa si può fare per migliorare la sicurezza? “Far attraversare i pedoni in quel punto è molto pericoloso, anche perché è in curva: chi arriva da ponente e si infila per andare a Principe si ritroverebbe con le strisce pedonali davanti – risponde l’assessore comunale alla Mobilità Sergio Gambino -. Dovremmo spostare i semafori e ridisegnare quelle isole, è un lavoro infrastrutturale. L’incidente dell’altra notte è stato una tragedia causata dall’autista che correva troppo e dalla ragazza che ha attraversato fuori dalle strisce pedonali. Farò fare una riflessione ai tecnici per capire se si possa modificare l’assetto, ma sarebbe un intervento molto ampio”.
D’altra parte, a causare la morte di Sara Marzolino è stata principalmente la velocità molto elevata della macchina guidata dalla guardia giurata di 50 anni. Le immagini registrate dalle telecamere mostrano il momento dell’impatto, violentissimo, in un tratto ben illuminato e senza ostacoli alla visuale. Solo all’ultimo secondo le ragazze si accorgono dell’auto che sopraggiunge. Sull’asfalto nessun segno di frenata. L’indagine, aperta dalla pm Daniela Pischetola che ha disposto anche il sequestro del cellulare, è per omicidio stradale.