Marche

via 600mila euro. Badante, compagno e avvocato a processo

ANCONA La badante, il suo compagno, l’avvocato: si sarebbero messi tutti d’accordo per prosciugare il conto corrente, dov’erano depositati oltre 600mila euro, di una delle vedove più ricche della città. Almeno così sostiene il gup Alberto Pallucchini che ha rinviato a giudizio i tre, nell’udienza preliminare di ieri, su richiesta del pm Rosario Lioniello. 

La ricostruzione 

L’unico ad essersi tirato fuori dal presunto maxi-raggiro è un broker di 57 anni (difeso dall’avvocata e senatrice Giulia Bongiorno) per il quale è stata emessa sentenza di non luogo a procedere, mentre la banca, chiamata in causa come responsabile civile, è stata estromessa. Non riceverà mai giustizia la 94enne, vedova di un noto avvocato anconetano, che sarebbe caduta nel tranello: è deceduta a maggio, dopo che a marzo si era costituita parte civile tramite l’avvocato Fabrizio Naspi. A portare avanti le sue istanze saranno due nipoti (figli dei cugini della donna) che all’inizio lei stessa aveva denunciato, insieme ad altri parenti alla lontana, per molestie: voleva che non la chiamassero più né si presentassero alla sua porta (il caso poi è stato archiviato).  Per l’accusa, dal febbraio al novembre 2020 la badante di 49 anni, con l’aiuto del compagno 65enne – difesi dalle avvocate Francesca Petruzzo e Federica Battistoni – avrebbe pian piano svuotato i conti dell’anziana e sarebbe riuscita a farsi intestare polizze sulla vita superiori al milione di euro e a farsi nominare erede universale, con la promessa di ricevere anche due appartamenti sulla Riviera del Conero. Considerando i conti prosciugati per oltre 600mila euro, il danno potenziale supera i 2 milioni, ma nel frattempo i discendenti dell’anziana sono riusciti ad ottenere in sede civile la revoca del testamento e a modificare il beneficiario delle polizze. Il presunto raggiro, tutto da dimostrare, sarebbe avvenuto grazie anche alle agevolazioni di un legale anconetano (difeso dall’avvocato Ennio Tomassoni) che avrebbe «suggerito strategie, modalità e tempistiche» per far acquisire agli imputati «il patrimonio della signora, giungendo anche a contrastare le legittime aspirazioni dei parenti» a lei più prossimi. Per questo anche lui finirà a processo. Contestate le aggravanti del danno ri rilevante entità e, a carico della badante, della relazione domestica.

Le indagini 

A far scattare le indagini era stata nel settembre 2020 la Guardia di finanza. Le difese hanno sempre sostenuto che l’anziana fosse in grado di intendere e di volere e in effetti una perizia, in sede di incidente probatorio, lo ha confermato, ma per i consulenti del tribunale viveva in una condizione di particolare fragilità e vulnerabilità, dunque in qualche modo era succube della donna che l’assisteva. Il processo per circonvenzione d’incapace prenderà il via il 4 marzo 2025.




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