Liguria

Ventiduenne travolta e uccisa in via Buozzi, la guardia giurata andava a 90 Km/h: contestata l’aggravante della velocità

Genova. La pm Daniela Pischetola ha chiuso le indagini per la morte di Sara Marzolino, la 22enne emiliana travolta e uccisa la notte dell’11 maggio in via Bruno Buozzi a Genova dall’auto guidata da una guardia giurata.

L’auto, proveniente da da via Adua, stava svoltando verso via San Benedetto e marciava ad altissima velocità. La ragazza, stava attraversando la strada fuori dalle strisce da mare verso monte in corrispondenza di alcuni spartitraffico. Probabilmente aveva visto l’auto da lontano, poi attraversando aveva guardato sul lato opposto in cerca dell’amica dietro di lei e non si è accorta che la macchina le stava piombando addosso.

L’impatto era stato violentissimo, tanto che la ragazza era stata sbalzata sul semaforo che si trovava a 26 metri di distanza. L’amica che era con lei era pochi passi indietro e ha visto tutta la scena, fra l’altro ripresa da una telecamera di sorveglianza. Sotto choc era corsa verso l’amica, ma per la 22enne non c’era nulla da fare.

La guardia giurata, che non si è mai sottoposta a interrogatorio, aveva detto ai vigili della sezione infortunistica di non aver visto la ragazza fino a che non se l’è trovata davanti al momento dell’impatto. Era risultato negativo all’alcol test e in base alle indagini non stava utilizzando il telefonino. Alle 4.30 del mattino stava andando al lavoro, ma andava veloce, troppo veloce.

La consulenza tecnica affidata dalla procura all’ingegner Marco Sartini ha dato una forbice di questa velocità, che comunque, era diminuita lievemente proprio al momento dell’impatto visto che la Ford aziendale con cui la guardia giurata andava al lavoro avrebbe dovuto affrontare una curva.

Nessun segno di frenata invece da parte del 51enne: non ha visto la ragazza anche se non è chiaro perché visto il tratto – come si vede dal frame in foto – è molto ben illuminato e non c’erano davanti a lui ostacoli di alcun tipo.

E’ accusato di omicidio stradale aggravato dalla velocità. L’aggravante si può contestare quando il guidatore supera i 70 km/h e tiene una velocità pari o superiore al doppio di quella consentita in quella tratta. Al momento delle prime indagini si era ipotizzato che il 51enne avesse tenuto una velocità, nel tratto dritto, fino a 100 km/h. La consulenza tecnica è stata più cauta, ma ha confermato una velocità molto elevata, una forbica tra gli 82 e i 91 Km/h.




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