Friuli Venezia Giulia

Venticinque aprile, alle celebrazioni parlano i giovani


La pioggia non ferma le celebrazioni del Venticinque aprile a Udine. La Storia locale e quella nazionale si intrecciano negli interventi del sindaco Alberto Felice De Toni ed in quelli degli studenti che hanno parlato dal podio di piazza Libertà, nella ricorrenza degli ottant’anni dalla liberazione dal nazifascismo.

Il corteo

Il corteo in occasione della Festa della liberazione è partito alle 10 di questa mattina da piazza Primo maggio. Nonostante la pioggia incessante, cittadini, membri dell’Anpi e militari del corpo degli Alpini – ma anche una rappresentanza della Cgil, gruppi pro Palestina e una quantità di studenti – si sono incolonnati in direzione piazza Libertà: in testa a tutti la Nuova banda Orzano. Giovani i volti che hanno ricordato la Resistenza davanti al tempietto ai Caduti: si tratta di Edoardo Battocletti, Viola Maieron e Ilary Antonutti, tutti e tre studenti, che hanno letto davanti a una piazza gremita di spettatori le motivazioni delle medaglie al valor militare concesse rispettivamente alle città di Cividale, Tolmezzo e Udine. Alle letture sono seguiti gli interventi di Eva Sadetskyi, a sua volta studentessa, Giorgio Lazzarini, segretario generale Cisl per Udine, e Giovanna Cosattini, nipote di Giovanni, primo sindaco del capoluogo friulano liberato. All’ordine del giorno anche l’imposizione (dibattuta in tutto il Paese) del ministro Musumeci di mantenere un “tono sobrio” in occasione del lutto nazionale proclamato proprio il 25 aprile in memoria di papa Francesco. “Udine ha fatto un minuto di silenzio prima della cerimonia, con le bandiere del Comune a mezz’asta, in ricordo di papa Francesco – ha dichiarato verso la fine della mattinata De Toni –. Questa è stata la nostra interpretazione della richiesta di sobrietà”.

Il discorso di De Toni

Durante la sua orazione, De Toni si è scagliato contro la nuovamente popolare Decima Mas e i seggi più estremi del Parlamento: “In questi tempi tornano in auge in Italia e nel mondo – ha detto in piazza – i simboli, le idee e i principi del fascismo e del nazismo. Vediamo i nuovi fascisti sedersi nei parlamenti democratici e in quello europeo, ed esprimere senza timore le stesse parole d’ordine xenofobe, violente, razziste di cento anni fa. Il Venticinque aprile rammenta agli italiani che la libertà non è scontata e va difesa ogni giorno”. Il sindaco ha anche voluto, per contro, ricordare con orgoglio la strenua lotta della città che rappresenta: “Udine insorse contro l’oppressione tedesca e fascista, sostenendo per 19 mesi una lotta che sa di leggenda – ha citato dalle motivazioni della medaglia d’oro concessa al capoluogo –. Una lotta – ha concluso – alla quale dobbiamo la nostra libertà”.

Il termine al monumento alla Resistenza

Dopo circa un’ora in piazza della Libertà il corteo si è diretto al monumento alla Resistenza, per deporre le corone in onore dei caduti in piazzale XXVI Luglio. Qui, stretti in cerchio per assecondare la forma del piazzale e sotto l’epigrafe che riporta l’inizio (8 settembre 1943) e la fine degli sforzi della Resistenza, si sono succeduti assieme al Coro popolare della Resistenza gli interventi di altri giovani, prima dal Consiglio comunale dei ragazzi e poi tra gli studenti delle scuole superiori, che hanno citato a più riprese la Costituzione e ricordato l’origine più antica degli stessi principi democratici in essa contenuti nel Discorso agli Ateniesi di Pericle. “Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione – hanno infine ricordato, citando un discorso del ’55 di Piero Calamandrei già ripreso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella tempo addietro a Cuneo –, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.


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