Venite al 40esimo Lovers Film Festival di Torino: stavolta non è solo cinema, ma una questione di civiltà
Venite, venite al 40esimo Lovers Film Festival di Torino: una volta si chiamava Gay and Lesbian Film Festival, prima ancora si chiamava Da Sodoma a Hollywood. Quaranta anni sono tanti, è “il più antico festival a tematica Lgbt d’Europa”, luogo di anteprime e di sorprendenti riproposizioni, occasioni per lo più irripetibili non rintracciabili per Internet.
Ma il primo motivo per cui dico “venite” non è principalmente cinematografico. Quest’anno, anche se magari non lo si dice apertamente, si tratta di una questione politica e di civiltà. Più che mai. Nel panorama internazionale e nazionale attuale sembra un miracolo che il Festival Lovers sia sostenuto dalla Regione Piemonte cioè da un governo di destra (ovviamente è anche sostenuto dal Comune di Torino, ma economicamente è la Regione che ci può mettere di più). E nonostante questo non c’è nessuna censura né autocensura nel programma, diretto autorevolmente e magistralmente da Vladimir Luxuria.
Un anno fa non c’era Trump, né si sarebbe immaginato che avrebbe esordito con i decreti anti-trans e contro programmi e progetti inclusivi e antidiscriminatori. Let’s America Trans Again ha scherzato Luxuria sul palco, mentre io ho portato la maglietta Make America Gay Again (inventata negli Usa, beninteso).
Nella serata inaugurale Karla Sofia Gascon, attrice transgender di Eva Perez, ha detto “Anche io in passato non capivo bene l’importanza delle cosiddette discriminazioni positive. Poi mi sono resa conto che senza le quote rosa, senza i Pride, senza tutto quello che è stato mosso o stabilito, saremmo ancora al maschilismo puro”.
Questo è uno dei passaggi fondamentali per capire cosa sta succedendo. La destra trumpista e dintorni, ma anche putiniana – non cambia granché – ufficialmente dice ” noi non vogliamo perseguitare le relazioni o gli atti omosessuali” e aggiunge “e quindi non vediamo la necessità di promozioni, campagne educative e quant’altro”. Così affondano negli Usa i programmi e persino i vocaboli per la “diversity”; così si affonda in Italia la prospettiva di una educazione alla pari dignità nelle scuole (“volete la propaganda gender”). Così, con l’ausilio insperato di una corrente del femminismo, si acutizza transfobia. Un anno fa non si era arrivati fino al divieto di svolgere il Pride in una capitale europea. Un anno fa la Gestazione per Altri non era ancora diventata in Italia reato universale, una sorta di record mondiale di proibizionismo.
Al Lovers Festival, imperturbabile, Vladimir Luxuria ha invitato Marco Simon Puccioni e Giampietro Preziosa, padri di due gemelli ottenuti grazie all’aiuto di una mamma donatrice e di una mamma surrogata. Saranno al Festival per presentare il loro documentario e la loro esperienza. Così come ci sono, e intervengono, i Presidenti dell’European Europride Alessandro Battaglia, e presidente del comitato organizzatore Europride 2027 che si svolgerà proprio a Torino.
Dei film parlerò prossimamente, ma intanto spero che il senso politico-civico di partecipare all’evento e salvaguardare il Festival sia chiaro. Appartengo a una vecchia guardia che non ricorda nemmeno quanti Festival ha seguito in questi 40 anni. Credo quasi tutti. Ma siamo richiamati in servizio. Per la prima volta nella storia del movimento Lgbt moderno, quello nato nel 1969, invece di vivere una crescita o un’avanzata, magari lente ma sempre in avanti, siamo costretti a difenderci. Saremo capaci di farlo.
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