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Venezuela, inviato italiano per i detenuti. Trentini chiama a casa | Il Fatto Quotidiano

Luigi Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero e politiche migratorie della Farnesina, è stato nominato inviato speciale di Roma a Caracas per i connazionali ancora detenuti in Venezuela. La decisione è stata presa dal ministro degli Esteri Antonio Tajani – d’intesa con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – per il quale “l’inviato speciale dovrà dialogare per vedere come potere ottenere la liberazione di prigionieri politici che non hanno commesso a nostro parere reati. Stiamo lavorando per fare in modo che possano essere liberati e possano tornare a casa”.

Tra i detenuti Tajani ha fatto riferimento a una “quindicina di italiani” e in particolar modo ad Alberto Trentini. Proprio ieri 26 luglio il cooperante ha potuto chiamare casa, a Lido Venezia, per rassicurarsi sulle condizioni dei suoi genitori e portare ai familiari un sospiro di sollievo dopo la chiamata del 16 maggio. Il gesto è stato ritenuto positivo da Tajani e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirelli, che lo ha definito “un passo in avanti per la tutela dei diritti dei detenuti e rinnovo l’auspicio, grazie anche al lavoro diplomatico in corso, che si giunga presto alla scarcerazione del connazionale”. Cirelli ha inoltre aggiunto che “a nome del governo italiano, esprimo sollievo per la telefonata di Alberto Trentini ai suoi familiari, intercorsa ieri, a oltre 8 mesi dall’inizio della sua detenzione nelle carceri venezuelane”. Anche Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, e la legale della famiglia Alessandra Ballerini sono intervenute sugli ultimi sviluppi, accogliendo “con speranza e fiducia” la nomina di Vignali. I familiari si dicono anche sollevati dopo “aver potuto sentire, per pochi minuti, la voce di Alberto“, che sperano di “poter riabbracciare presto a casa” e ringraziano le istituzioni a Roma e Caracas, le quali si stanno adoperando per la sua liberazione.

Il contesto – Tra i connazionali detenuti oltre a Trentini ci sono anche gli italo-venezuelani Americo De Grazia e Biagio Pilieri, sottoposti a condizioni di isolamento nel carcere dell’Helicoide. Le loro detenzioni si sono verificate nell’ambito delle tensioni politiche che si sono registrate a Caracas e dintorni dopo l’elezione presidenziale del 28 luglio 2024, con almeno 2mila detenzioni politiche tra cui circa 160 persone straniere. Molte di loro fermate dagli agenti in aeroporti e zone di confini laddove, stando alle dichiarazioni dello stesso ministro dell’Interno venezuelano Diosdado Cabello, Caracas temeva l’inclusione di mercenari dei Paesi occidentali che non riconoscevano la rielezione di Maduro, tra cui l’Italia.

La decisione di Tajani si pone in continuità con le recenti aperture di Palazzo di Miraflores, che dal 18 luglio ha rilasciato almeno 102 detenuti, anche nelle ultime ore da El Rodeo I. Si tratta di circa venti rilasci in più rispetto agli ottanta previsti dal recente scambio di prigionieri con Washington, che ha rispedito in Patria i 250 migranti venezuelani detenuti in El Salvador e sotto giurisdizione degli Usa.

Altri rilasci – Inoltre, fonti interne a Palazzo di Miraflores assicurano che “altri prigionieri verranno rilasciati entro fine agosto“, confermando la linea di discorso proposta dallo stesso Cabello, che annunciava altre scarcerazioni come un “atto di clemenza” del governo Maduro evitando di confinarla allo scambio con la Casa Bianca. Quanto al possibile rilascio di Trentini, priorità nell’agenda di Roma a Caracas, Palazzo di Miraflores fa sapere che “l’Italia sa già cosa deve fare” alludendo esplicitamente all’oggetto sul tavolo delle trattative per il rilascio dell’operatore umanitario di Lido Venezia.

L’esigenza del governo venezuelano era quella di portare la trattativa su un piano politico, al di là degli sforzi importanti già compiuti dall’Intelligence, dalla Farnesina e in particolar modo dal sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano. Il tutto in un’ottica di distensione verso il Venezuela, partner strategico con il quale i rapporti sono in lenta ripresa, anche a tutela dei 200mila connazionali residenti in Venezuela.

Le ultime notizie creano aspettative anche a Caracas in un giorno chiave per il Paese: sono in corso le elezioni municipali, l’ultima sfida del Gran Polo Patriotico nei confronti di un’opposizione divisa e disorientata. Maduro si appresta a vincere la stragrande maggioranza dei 335 municipi e 2.471 seggi ai Consigli comunali chiudendo il ciclo di tensioni iniziato esattamente un anno fa.

Si spera che Vignali giunga nelle prossime settimane a Caracas per portare avanti una missione diplomatica analoga a quella di Ric Grenell, già inviato Usa nel Paese sudamericano, che ha aperto la strada al rilascio dei diciotto gli statunitensi detenuti in Venezuela. La contropartita allora: il rinnovo, anche se parziale, della Licenza estrattiva – sospesa qualche mese fa – che permetterà alla petroliera Chevron di operare parzialmente – non si conoscono ancora i dettagli – sul territorio venezuelano.


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