Veneto

Venezia, “Quale futuro per l’area degli ex Cantieri Actv di Sant’Elena?”. La lettera

Riceviamo e pubblichiamo.

QUALE FUTURO PER L’AREA DEGLI EX CANTIERI ACTV DI SANT’ELENA?

Qualche domanda al Sindaco dopo le sue esternazioni in occasione della “posa della prima pietra” del nuovo stadio al “Bosco dello sport”.

Ad una domanda di un giornalista sul futuro del “vecchio” Penzo, durante la cerimonia dell’inizio lavori per il nuovo stadio a Tessera lo scorso 21 ottobre, il sindaco L. Brugnaro, forse nel clima di campagna elettorale permanente, ha illustrato le magnifiche sorti non solo dello stadio, dove rimarrà la parte storica aggiungendoci una pista di atletica e sarà riservato alle società sportive di base, ma anche di tutta l’area che comprende la darsena, l’ex cantiere actv, il diporto velico, l’area a ridosso della Marina di S. Elena, dove ci sarebbero investimenti privati.

Insomma ha promesso “una nuova Venezia lagunare” verso il mare, un grande campus del futuro con 500 appartamenti con tutti i confort per i veneziani, con posti barca in darsena.
Ci chiediamo che fine abbia fatto la bonifica degli ex cantieri Actv, le cui attività sono state dismesse definitivamente nel lontano 2018.

Un primo progetto operativo di bonifica è stato presentato da Actv alla Conferenza dei Servizi della Regione Veneto nell’ottobre 2019. Nel frattempo la proprietà di parte dell’area, l’ex “piazza d’armi”, era passata dal Demanio ad INVIMIT, una società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa di “valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico attraverso la gestione di fondi di investimento”.

Abbiamo chiesto mesi fa, con un “accesso agli atti”, di poter accedere ai verbali delle sedute della Conferenza dei servizi, ma la Direzione Progetti Speciali della Regione risponde che l’istanza è stata accolta, ma che si avvale della possibilità, consentita dalla legge, di differire l’accesso alla fine del procedimento. Quindi niente verbali.

Denunciamo la scarsa trasparenza, volta ad evitare le iniziative dei cittadini residenti a ridosso di un’area pesantemente inquinata da arsenico, mercurio volatile, idrocarburi policiclici aromatici e quant’altro. Area che confina pure con una scuola dell’infanzia comunale.

Già nel luglio 2023 avevamo svelato l’intenzione di Actv di procedere con un abbattimento di alberature, prima ancora dell’approvazione del progetto di bonifica complessivo, e la protesta con comunicati stampa e articoli sui giornali era stata immediata. Qualsiasi uso dell’area non può che prevedere di mantenere le attuali alberature sane, come nucleo centrale di un grande parco.

Poi ci chiediamo, dopo l’approvazione della Variante al Piano degli Interventi che da la possibilità ad Invimit di realizzare un nuovo quartiere esclusivo, con un aumento delle cubature previste nei vecchi piani urbanistici ed edifici alti fino ed oltre 17 metri, come potranno essere le nuove case proprio per i veneziani? Se la variante urbanistica approvata non prevede un intervento pubblico per realizzare appartamenti a pezzi calmierati? Ma un intervento privato, di un ente che raccoglie fondi nel mondo della finanza?

Non è che tutto si risolverà ancora una volta con la realizzazione di una sorta di resort per attività turistiche?

Venezia, lì 31 ottobre 2025

Comitato “ex cantieri actv” Venezia


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