Venezia, in mille abbracciano gli orchestrali della Fenice in sciopero
Venezia. Migliaia di persone si sono radunate ieri sera in campo Sant’Angelo per sostenere i lavoratori del Teatro La Fenice, in sciopero contro la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale. La manifestazione, organizzata come un concerto-assemblea, ha sostituito la prima dell’opera Wozzeck di Alban Berg, annullata a seguito dello sciopero proclamato da orchestra, coro e maestranze.
L’iniziativa è nata come forma di protesta contro la decisione del sovrintendente Nicola Colabianchi, che il 22 settembre aveva annunciato la nomina della direttrice d’orchestra toscana a partire dal 2026, senza – secondo i lavoratori – alcun confronto con l’orchestra o con i rappresentanti sindacali. Tre settimane dopo la richiesta, rimasta inascoltata, di revocare la nomina, è arrivata la decisione di sospendere la “prima” di stagione e di trasformare la serata in un momento pubblico di musica e riflessione.
Campo Sant’Angelo, tradizionalmente luogo di ritrovo per i veneziani, si è così trasformato in un grande palcoscenico a cielo aperto. Centinaia di cittadini, abbonati, studenti e famiglie si sono uniti ai musicisti in un clima di silenzioso ascolto e partecipazione. Il concerto si è aperto con tre minuti di silenzio in memoria dei tre carabinieri uccisi nella strage di Castel d’Azzano, seguiti dall’esecuzione dell’inno di Mameli.
Il programma musicale ha alternato momenti simbolici della tradizione lirica italiana: dal “Va, pensiero” di Verdi al coro delle zingarelle e dei mattadori dalla Traviata, fino all’intermezzo della Cavalleria rusticana di Mascagni e ad alcuni brani di Vivaldi, in un omaggio alla città e alla sua storia musicale.
Durante l’assemblea sono intervenuti rappresentanti sindacali, musicisti, abbonati e figure del mondo culturale veneziano, tra cui l’attrice Ottavia Piccolo, da anni vicina alle vertenze che riguardano la cultura cittadina. Gli interventi hanno ripercorso le ragioni dello sciopero, sottolineando il dissenso verso una nomina giudicata priva di trasparenza e comunicazione interna.
Secondo i lavoratori, la procedura seguita dal sovrintendente Colabianchi avrebbe ignorato la prassi di confronto con l’orchestra per una decisione considerata centrale nella vita artistica del teatro. Le critiche si sono estese anche al profilo professionale di Beatrice Venezi, ritenuto da parte dei manifestanti non in linea con la tradizione di eccellenza del teatro veneziano.
Durante la serata non sono mancate osservazioni sul rapporto tra arte, politica e comunicazione. Alcuni interventi hanno espresso la preoccupazione che la Fenice possa essere trasformata in un palco di visibilità più che di merito artistico, evidenziando il timore che scelte di immagine prevalgano sui criteri di competenza. In molti hanno ribadito che la protesta non ha carattere personale o ideologico, ma riguarda la tutela della qualità artistica e del metodo decisionale.
Il sovrintendente Colabianchi, in una lettera inviata nei giorni precedenti, aveva riconosciuto alcune criticità nelle modalità della nomina, senza tuttavia ritirare l’incarico o aprire a una revisione della decisione. L’incontro tra le parti, nei giorni successivi all’annuncio, non aveva portato ad alcun avvicinamento.
Durante la manifestazione sono state ricordate anche le parole del sindaco Luigi Brugnaro, che aveva commentato la vicenda affermando che la presenza di Venezi avrebbe potuto attrarre pubblico e risorse. Tale posizione è stata criticata dai sindacati, che hanno sottolineato come il teatro non debba basarsi su logiche di mercato, ma su criteri di qualità artistica e riconoscimento del merito.
Le organizzazioni sindacali Fials, Cgil, Cisl, Uil e Usb hanno ribadito la richiesta di un confronto con la direzione del teatro e di una revisione del processo decisionale interno. Alcuni interventi hanno chiesto apertamente le dimissioni del sovrintendente Colabianchi, accusato di aver agito in modo unilaterale e di aver compromesso il clima interno alla Fenice.
In risposta alle proteste, il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi ha diffuso una nota in cui ha definito le contestazioni “aggressive e sproporzionate”. Ha ricordato che la Fenice riceve ogni anno oltre 22 milioni di euro di finanziamenti pubblici e che la legge attribuisce ai sovrintendenti la responsabilità delle scelte artistiche. Mazzi ha sottolineato che il governo non intende interferire nelle decisioni interne, difendendo al contempo il profilo di Beatrice Venezi, descritta come un talento italiano con esperienza internazionale e già nominata direttrice principale del Teatro Colón di Buenos Aires.
La replica dei lavoratori è arrivata dal palco di campo Sant’Angelo, dove diversi rappresentanti hanno ribadito che il problema non riguarda le competenze individuali della direttrice designata, ma il metodo e la mancanza di dialogo. È stata più volte richiamata la necessità di garantire trasparenza e partecipazione, valori ritenuti fondamentali per un’istituzione pubblica e simbolica come la Fenice.
Durante gli interventi è emersa anche una riflessione più ampia sulla condizione della cultura a Venezia. Alcuni relatori hanno espresso la preoccupazione che la città stia progressivamente diventando un “parco a tema”, con scelte gestionali orientate più al turismo e all’immagine che alla vita culturale dei residenti.
L’assemblea si è conclusa con un lungo applauso e con l’esecuzione del “Va, pensiero”, simbolo di un sentimento collettivo di appartenenza e di difesa della dignità del lavoro artistico. Secondo le stime, in campo erano presenti oltre un migliaio di persone, in un’atmosfera di compostezza e partecipazione emotiva.
Lo sciopero del Wozzeck rappresenta il quarto episodio di mobilitazione con ampia adesione negli ultimi anni, dopo che già nel 2023 era saltata la prima di stagione dell’Otello. I sindacati hanno annunciato che la protesta proseguirà nelle prossime settimane, con nuove forme di mobilitazione, dal volantinaggio a ulteriori scioperi in concomitanza con gli spettacoli in programma.
La serata di ieri ha lasciato un segno profondo nella città, con un campo Sant’Angelo gremito come un teatro all’aperto, dove il pubblico ha risposto con partecipazione a ogni brano e a ogni intervento. In assenza di barriere tra platea e palcoscenico, orchestrali e cittadini si sono ritrovati sullo stesso piano, uniti da un sentimento comune di difesa della cultura e del lavoro artistico.
Resta ora da capire quali saranno i prossimi sviluppi della vicenda. La direzione del teatro non ha rilasciato dichiarazioni dopo la manifestazione, mentre dal Ministero non sono giunti ulteriori commenti. Le maestranze, dal canto loro, hanno annunciato che continueranno la mobilitazione finché non verrà riaperto un confronto sul futuro artistico della Fenice.
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