Abruzzo

vastese condannato a un anno di reclusione per minacce aggravate


Un anno di reclusione per minacce aggravate con l’uso di arma: è la condanna inflitta dal tribunale di Vasto a un uomo del posto che era accusato su quattro capi d’imputazione di reati più gravi. I giudici, infatti, hanno rigettato le accuse di maltrattamenti aggravati, derubricato in percosse; violazione di domicilio; accesso abusivo a sistema informatico o telematico aggravato; atti persecutori aggravati: reato, quest’ultimo, derubricato in minaccia aggravata da cui è scaturita la condanna.

L’uomo, che era stato sottoposto dal gip dell’Aquila alla misura cautelare dell’obbligo di dimora a Vasto e poi nell’obbligo di dimora a San Salvo, è stato assolto con formula piena per il reato di violazione di domicilio (da due a sei anni) e accesso abusivo a sistema informatico (pena fino a tre anni di reclusione). 

La difesa, con il legale Francesco Bitritto, è riuscita a ribaltare le pesanti accuse iniziali della moglie dell’uomo grazie in particolare ad alcune registrazioni video effettuate dall’imputato con il telefonino che avrebbero provato che la persona offesa non si trovasse in uno stato di umiliante soggezione. L’uomo sarebbe riuscito a registrare con il telefono numerosi momenti dove lo stesso veniva preso a schiaffi dalla moglie: “in un caso solo perché non la guardava in volto mentre gli parlava”.

“Il reato di maltrattamenti è stato derubricato in percosse semplici e la querela è stata proposta in modo tardivo” fa notare l’avvocato, che dichiara ancora: “Si aspettano le motivazioni per conoscere a che episodio ci si riferisce per le percosse, comunque dichiarate improcedibili. È emerso altresì che l’uomo viveva in uno stato depressivo che non lo aiutava a gestire le proprie emozioni. E una volta avrebbe inviato un video esibendo un’accetta specificando che era per la moglie. Tuttavia il tribunale in composizione collegiale, ha ritenuto la condanna per l’unico reato (di minaccia gravi 612 aggravato da 339 c.p.) decisamente minore rispetto ai delitti di cui sopra. Occorrerà attendere le motivazioni per capire il ragionamento del tribunale su questo punto, tuttavia ci si dichiara soddisfatti ma soprattutto sono state rilevantissime le registrazioni eseguite dell’imputato prodotte al tribunale che hanno dimostrato un quadro chiaramente diverso e che hanno sconfessato molte fasi del racconto della persona offesa”.

Il tribunale collegiale riunitosi martedì 2 dicembre era formato dal presidente Italo Radoccia e a latere Maria Elena Faleschini e Aureliano De Luca; pm distrettuale Guido Cocco, l’avvocato di parte civile è Clementina De Virgiliis.


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