Vasi da fiori: i consigli di Albasser Studio per abbinarli nel modo giusto
Nell’arredare o ristrutturare una casa, è importante saper scegliere e mantenere lo stile che più ci rappresenta, valorizzando ogni stanza con complementi d’arredo e accessori. Tra questi i vasi da fiori. Contenente un solo bocciolo, sospeso in aria, traboccante di fiori o disposto da solo su un soprammobile come una scultura, il vaso è un complemento di design per l’arredo bellissimo e funzionale.
I vasi da fiori: come sceglierli?
Ma come abbinare, nel modo giusto, fiori e vasi? Potrebbe sembrare una cosa banale, ma non lo è. Il giusto connubio fa la differenza e per capire come fare abbiamo intervistato Paola Albasser, dell’Albasser Studio, uno spazio ibrido per la vendita di fiori recisi e piante particolari, oggetti e complementi di arredo nonché per la creazione di composizioni floreali creative e personalizzate.
Paola, tu nasci come buyer nel settore della moda e solo successivamente hai deciso di occuparti di fiori, piante, vasi e allestimenti. Cosa ti ha portato a questo cambiamento?
«Il mio amore per i fiori è nato durante il Covid come esigenza e mancanza di natura. Quel periodo l’ho trascorso in un bilocale a Milano e quindi circondarmi di fiori è stato per me molto terapeutico. I fiori suscitavano in me una curiosità e uno stupore tale per la loro bellezza, che non ho più smesso di averne, e l’appagamento che mi davano questi era molto maggiore rispetto a quello dei vestiti. Contemporaneamente avevo iniziato a collezionare vasi vintage, e pian piano ho pensato potesse essere interessante studiare l’utilizzo di fiori e vasi insieme. Da qui l’idea di dedicarmi alla ricerca delle perfette composizioni vaso/fiori e di aprire un mio piccolo laboratorio per impegnarmi al 100% in questo progetto».
Quindi, se dovesse dare dei consigli generali su come usare i vasi in modo corretto e propedeutico alla salute dei fiori, cosa suggerirebbe?
«Io farei il passaggio contrario, cioè partirei dal vaso che si ha a disposizione per poi decidere quali fiori metterci. Perché la forma del vaso, l’altezza, il colore, il materiale guidano poi la scelta del fiore. Ad esempio, vasi lunghi chiamano altezza e quindi consiglio fiori come i gladioli, i gigli, i rami fioriti di diversi tipi, i settembrini. Nei vasi corti, tozzi e larghi stanno bene i tulipani, gli anemoni e, in generale, fiori che sono di per sé un po più bassi. Per quanto riguarda la trasparenza, a livello di salute e durata dei fiori questa caratteristica non incide, ma è semplicemente una questione estetica. Il vaso trasparente lo sconsiglio soltanto per composizioni di fiori secchi, perché i gambi secchi a vista sono meno eleganti. Per quanto riguarda la forma, un vaso lungo chiama steli alti: gigli, gladioli, rami, mentre un vaso largo è adatto a bouquet di dimensioni importanti, e se anche basso, per tipologie di fiori più corti, come tulipani o anemoni. Ad esempio, in uno studio molto minimale, vedo molto adatti vasi trasparenti, cilindrici, in vetro. Unica accortezza: se si sceglie un vaso trasparente bisogna essere sicuri che l’acqua sia sempre cambiata ogni giorno e non ristagni, dato che è sempre ben visibile. Poi sulla scelta del colore, è molto soggettivo. Io non amo particolarmente il tono su tono perché diventa un po pesante per l’occhio, ma qui si tratta di gusti personali».
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