Varcaturo, omicidio in spiaggia: morto il 18enne accoltellato. Fermato l’aggressore
Omicidio in spiaggia: il 18enne Nicola Mirti è stato accoltellato a Varcaturo per futili motivi. L’aggressore è stato fermato.
VARCATURO (NAPOLI) – Un’estate che non inizia mai, un sogno spezzato sulla sabbia bollente di Varcaturo. Diciotto anni, la vita davanti, e un coltello che la recide, al culmine di una lite che la ragione si rifiuta di comprendere. Nicola Mirti non c’è più. Morto in un lido balneare, stroncato da due fendenti al torace, mentre il sole accecava e le risate si spegnevano nel grido del dolore.
È successo tutto così, in un pomeriggio di giugno, tra il frastuono delle onde e la spensieratezza che dovrebbe dominare una giornata in spiaggia. Invece, la banalità si è fatta tragedia, il futile pretesto si è trasformato in condanna a morte. Le mani che dovevano lanciare un pallone, hanno brandito una lama. Gli zaini, un tempo contenitori di teli e creme solari, nascondono ora l’orrore.
Secondo le prime informazioni, le forze dell’ordine di Napoli avrebbero già fermato il presunto aggressore, coetaneo della vittima. Il giovane Nicola è stato raggiunto da due fendenti al torace. Nonostante il tempestivo intervento e il trasporto d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, come riportato dall’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, le sue condizioni sono apparse subito gravissime e purtroppo è deceduto poco dopo l’arrivo.
DOPO L’OMICIDIO DEL 18ENNE ACCOLTELLATO IN SPIAGGIA: “È INCONCEPIBILE ANDARE AL MARE CON I COLTELLI”
La notizia ha scosso profondamente l’opinione pubblica, riaccendendo il dibattito sulla violenza giovanile e il degrado sociale. In una nota congiunta, Nelide Milano, Barbara Tafuri e Ilaria Puglia della Rete Sicurezza Minori e Adolescenti hanno espresso il loro profondo sconcerto e un forte monito: “Nessun litigio, nessuna incomprensione può giustificare l’uso di un’arma come un coltello. È inconcepibile che una giornata passata sulla spiaggia possa finire in tragedia, con un ragazzo ucciso da un coetaneo per una banalità. È inconcepibile pensare che un tempo si andava al mare con ciabatte e pallone e adesso con coltelli nascosti in zaini o asciugamani”.
La Rete Sicurezza Minori e Adolescenti non si limita a esprimere cordoglio, ma lancia un accorato appello all’azione: “Ci uniamo al cordoglio dei familiari e degli amici della vittima, ma non possiamo fermarci alla solidarietà. È tempo di pretendere risposte e di costruire soluzioni. Troppe volte abbiamo assistito inermi a scene di violenza assurda, che nascono in contesti di degrado educativo, abbandono istituzionale e mancanza di presidi sociali reali. Non possiamo continuare a svegliarci ogni giorno con la notizia di un ragazzo morto, e poi ricadere nel silenzio. Le vittime non sono numeri”.
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