Vanity Fair Stories 2025, Emma: «Ornella Vanoni è per me emblema della donna libera, un privilegio averla avuta nella mia vita»
È con la commozione di chi ha perso un’amica vera che Emma Marrone sale sul palco del Vanity Fair Stories e ricorda Ornella Vanoni scomparsa ieri a 91 anni. «Oggi è una giornata complicata perché sì, era e rimarrà sempre una grande artista, ma, nel mio caso era realmente una mia carissima amica. Lo dico da privilegiata perché per me è stato un privilegio averla nella mia vita. L’ho sentita telefonicamente pochissimo tempo fa, ci eravamo ripromesse di fare questa cena con questo risotto. Lei era bravissima a fare i risotti e stamattina è stato uno shock».
Quello di Emma è un ricordo personale che diventa universale. «Io la ricordo come una donna libera, senza filtri, senza freni, come è giusto che siano le persone belle, le persone vere. Mi ha insegnato a fregarmene e mi ha dato sempre dei consigli, anche molto divertenti, su quello che è il concetto di libertà. Per me Ornella è l’emblema dell’essere una donna libera, ma libera fino in fondo, non solo di facciata».
«Mi squillava il telefono: “Ornella, Orni, ciao amore. Ciao bambina, come stai? Bene amore, tu?
Ti sei fidanzata? No Ornella, ancora no, e poi iniziava, ma cosa vuoi? Ma tu sei bella, tu
sei intelligente e tu sei una donna di successo, sei autoironica, devi essere un po’ più stupida. Ornella io non ce la faccio essere stupida, e allora resta singola”. Immensa. Queste erano le nostre chiamate sui maschi, sull’amore».
Voi quando vi eravate scelte? «Tanti anni fa, è un rapporto veramente che va avanti
da anni. Forse mi ricordo la primissima cena, io e lei. Mi mandò a casa cappottata. Quando mi invitò a cena a casa sua, fu una cena esilarante. Prima di andare via staccò una lampada meravigliosa in vetro di Murano dal mobile dell’ingresso e mi disse di portarla a casa mia».
«Ornella non era l’artista famosa che avevo il privilegio di conoscere, ma era veramente una mia carissima amica, quasi una parente. L’ultima volta che sono stata male, dopo una degenza, sono tornata a Roma. Ero a casa mia, nel mio giardino, con i miei amici stretti, suona il campanello. Mia sorella che è anche la mia manager andò al citofono. Era Ornella Vanoni che era venuta a trovarmi a Roma per vedere come stavo, come si fa con i veri amici. A quelli che erano lì ho detto: “Ragazzi, con Ornella potete essere voi stessi”».
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