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Vanity Fair Stories 2025, Edoardo Ferrario: «A scuola ho evitato i bulli facendoli ridere. Mi dicevano: “Non te menamo perché fai bene le imitazioni di Berlusconi”»

Diventare papà lo ha trasformato profondamente, e gli ha riservato tante sorprese. «Non ero pronto a ciò che mi aspettava», dice Edoardo Ferrario sul palco del Vanity Fair Stories. Ad esempio? «Che un passeggino costasse quanto un Sh 150».

Per il comico e imitatore romano, il 2025 è stato un anno di grande successo, ma lui assicura che la popolarità non lo ha cambiato. «Quando inizi a parlare di successo, già stai un po’ perdendo la testa», spiega. «In realtà magari si lavora tanto per due o tre anni, poi più niente per i successivi quindici: per non vivere di foto ricordo, il vero traguardo è fare nel modo più originale possibile il proprio lavoro. L’Italia, invece, è un Paese in cui si campa di rendita. La grande responsabilità e difficoltà sta nel sapersi fermare ogni tanto e staccarsi per rinnovarsi».

E l’ispirazione, da dove arriva? «Sono sempre stato grande osservatore, di quelli che volevano rimanere invisibili per osservare meglio: in tante situazioni vedevo amici e frequentavo persone diverse per il gusto di poterle raccontare. Ho sempre fatto imitazioni degli amici e dei miei professori». A proposito di scuola e adolescenza, Edoardo Ferrario racconta di avere «evitato i bulli facendoli ridere. C’erano, e facevano parte di sezioni remote come la quinta R o giù di lì. Io non parlavo la loro lingua ma li facevo ridere. Mi dicevano: “Non te menamo perché fai bene le imitazioni di Berlusconi”. La comicità è sempre stata il mio modo per entrare in contatto con le persone». Tutto sommato, Edoardo Ferrario era un adolescente tranquillo: «Oggi, però, ho compensato come automobilista: al volante dico cose di cui non sono orgoglioso. Ma Roma è una città complessa da vivere, che ti mette sotto stress e sotto pressione, e qua la comicità è anche un modo per sopravvivere».

Oggi, l’ispirazione comica gliela danno soprattutto le persone che si prendono troppo sul serio, «quelli che si glorificano, si mitizzano e hanno perso completamente la cognizione di se stesse e della realtà. Quelle che “Come è possibile che qualcuno non abbia i soldi per due mesi di vacanza?”. A questo hanno contribuito anche i social, che ci hanno fatto perdere il senso del ridicolo e quello del pudore, valori che andrebbero tutelati».

Per scoprire il programma completo e iscrivervi cliccate a questo link.

Vanity Fair Stories è patrocinato dal Comune di Milano, ed è reso possibile grazie al supporto di Fiat, Event Supporter, Veralab, Beauty Partner e Banca Ifis, Institutional Partner. Amref Italia, AperolCoca-ColaMarlùMSDNestléil progetto “Un mondo oltre la mela. Esperienze di gusto europea” partner per le iniziative speciali.

Sarà possibile seguire gli incontri dal vivo, registrandosi sul sito, e in streaming su Vanityfair.it e sui canali Facebook e Instagram di Vanity Fair Italia.

Hashtag ufficiali dell’evento: #vanityfairstories #cometogether




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