Van der Poel trionfa in una epica Sanremo battendo in volata Ganna e Pogacar
Ma la corsa, quella vera, è esplosa a circa 25 chilometri dal traguardo, sulla salita della Cipressa, snodo importante della classica di primavera. Qui c’è la prima esplosione innescata dal campione del mondo, Tadej Pogacar, l’uomo da battere, il nuovo fenomeno che ha quasi vinto tutto, ma non questa fascinosa classica che continua sfuggirgli delle dita come un gioiello prezioso.
Tadej sa che la Sanremo è una corsa strana, dove non basta essere più il forte. Così lo sloveno dà la sua prima sgommata: un accelerazione secca che spacca il gruppo ma non sorprende gli altri due rivali, l’olandese Van der Poel, e il nostro Filippo Ganna, campione della pista e del cronometro, ma determinatissimo questa volta a non mollare il colpo, a dimostrare che anche lui, il granatiere di Verbania, può dire la sua.
Niente da fare, Pogacar non riesce a scrollarseli di dosso. Vanno su come delle furie, meno di 9 minuti. E il risultato si vede: il plotone è frantumato da questi tre forsennati che in breve guadagnano quasi un minuto. Dagli anni Novanta non si vedeva una selezione così feroce sulla Cipressa.
I tre scendono, procedono insieme sul lungo mare, e poi di nuovo ripartono sul Poggio, l’ultimo giudice della Sanremo, quello che di solito fa la differenza. Pogacar ci riprova: una-due-tre volte, diverse stoccate che però non feriscono l’olandese. Anzi, quando il Poggio sta per finire, Mathieu una sgasata la dà pure lui. Giusto Per far vedere al Marziano che non ha paura, anzi. Se non sta in campana, sono io a staccarlo, fa capire Van der Poel, nipote del leggendario Poulidor e già primo alla Sanremo 2023.
In questa sarabanda di scatti e controscatti, l’unico a soffrire un po’ è Ganna, che però non demorde. Testardo e potente, sale in progressione riagganciando i due alla fine della discesa del Poggio. Eccoli qua, i magnifici tre, il meglio del ciclismo mondiale. Mancano meno di due chilometri e cosi, mentre il gruppo recupera qualcosa, si avvicinano al traguardo. Sembra una sfida al tramonto, come in un film di Sergio Leone quando stanno per sparare ma c’è un attimo di sospensione. Alla fine, ai trecento metri, è Van der Poel a prendere l’abbrivio. Uno scatto lungo, sufficiente però a mettere in fila gli altri due. Ganna, bravissimo, è secondo. Pogacar deve accontarsi del terzo posto. Formidabile, certo, però il vero sconfitto di giornata è lui che pur avendo fatto il diavolo a quattro per vincere deve accontentarsi del posto meno brillante sul podio. Lo sloveno è però bravo a mascherare la delusione:
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