Valute stabili e dollaro in lieve rialzo in attesa del CPI USA. Oro in correzione, petrolio in recupero
Le principali valute asiatiche si muovono senza direzione definita in una seduta dominata dall’attesa per i dati sull’inflazione statunitense (CPI), attesi nelle prossime ore. Il dollaro mostra un leggero rafforzamento contro le principali divise, sostenuto dalle aspettative di una conferma del rallentamento dei prezzi al consumo, mentre lo yen resta debole. L’euro si muove in area 1,16 dollari, in progresso dello 0,09% nella settimana e in rialzo del 12,14% da inizio anno.
Sui mercati azionari internazionali prevale un tono moderatamente positivo. L’MSCI World avanza dello 0,72% nella settimana, mentre lo S&P 500 e il Nasdaq 100 registrano guadagni rispettivamente dell’1,06% e dello 0,90%, sostenuti dai titoli tecnologici e dal buon andamento degli utili trimestrali. In Europa prevale un atteggiamento più cauto: l’Eurostoxx 50 cede lo 0,23%, mentre il Ftse Mib arretra dello 0,39%, pur mantenendo una performance da inizio anno pari al +28,27%, tra le migliori al mondo.
Sul fronte obbligazionario, i rendimenti si muovono poco in un contesto di volatilità contenuta. Il Treasury decennale resta al 3,95%, il Bund tedesco al 2,56% e il BTP italiano al 3,35%, sostanzialmente invariati.
Correzione invece per l’oro, che interrompe una serie positiva durata dieci settimane e scende del 5,35% a 4.093 dollari l’oncia, penalizzato da prese di profitto e dal temporaneo rafforzamento del biglietto verde. Da inizio anno il metallo prezioso conserva comunque un rialzo di oltre il 56%, sostenuto dal contesto geopolitico e dall’interesse degli investitori istituzionali.
In controtendenza il petrolio, che archivia la settimana con un progresso dell’1,73% a 59,30 dollari al barile. Il mercato ha reagito positivamente alle nuove sanzioni statunitensi contro le compagnie petrolifere russe, che potrebbero ridisegnare i flussi commerciali e incidere sulla disponibilità di greggio.
Sul fronte geopolitico, Mosca minimizza l’impatto delle nuove misure economiche, mentre alcune major cinesi avrebbero sospeso gli acquisti di petrolio russo per evitare ritorsioni.
Nel comparto delle criptovalute, il Bitcoin prosegue il suo momento favorevole, risalendo sopra i 111.000 dollari grazie all’allentamento delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino e in attesa del verdetto sull’inflazione americana, che potrebbe incidere sulle aspettative di politica monetaria della Fed.
Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario autonomo, www.pazzagliapartners.it




