Valditara querela Lagioia e Cavalli. Pd e M5s: “Basta denunce intimidatorie”. E il ministro replica: “No alla libertà di insulto”
Dopo il caso di Christian Raimo (l’insegnante sospeso per 3 mesi dall’insegnamento per avere criticato il ministro Giuseppe Valditara), il titolare del dicastero per l’Istruzione e il Merito ha querelato lo scrittore Nicola Lagioia e il giornalista Giulio Cavalli. In entrambi i casi i legali del ministro hanno presentato una richiesta di risarcimento danni per diffamazione. A Valditara non sono andati giù, nel primo caso, le critiche mosse dallo scrittore a un suo tweet durante una puntata della trasmissione “Che sarà” di Serena Bortone, mentre a Cavalli viene contestato un articolo pubblicato il 15 aprile scorso. Dalla politica arriva il coro di critiche dei partiti di opposizione. La segretaria del Pd Elly Schlein invita Valditara a smetterla con “le querele intimidatorie“. E il ministro replica alle sue parole: “Prendo atto che l’on. Schlein è per la libertà di insulto. Confonde la critica con l’offesa e l’ingiuria. Non è questa la cultura del rispetto che ci sforziamo di insegnare ai nostri giovani”.
“Sono stato cordialmente citato in giudizio per diffamazione dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Valditara (con una richiesta di 20.000 euro di danno)”, ha scritto sui social l’ex direttore del Salone internazionale del Libro di Torino e premio Strega nel 2015 con “La ferocia”, Nicola Lagioia. Lo scrittore spiega che la sua “colpa consisterebbe nell’aver criticato mesi fa”, intervenendo nel programma di Raitre, “lo stile di un tweet” del ministro “scritto a mio parere molto male sulla limitazione degli stranieri nelle classi italiane“. “Quel tweet – sottolinea Lagioia – fu attaccato da tantissime persone in quei giorni per la sua nebulosità, con toni ben più aspri del mio. Ma il ministro decide di querelare me”.
Quell’intervento del ministro sui social aveva provocato numerose polemiche e sfottò, tanto che lo stesso Valditara il giorno successivo, con un nuovo post, cercò di rimediare scaricando la colpa su un suo collaboratore che avrebbe trascritto male il suo pensiero: “L’ho dettato al telefono. Pensavo ai contenuti, non alla forma”. Oggi però arriva la querela allo scrittore: “Il ministro – sottolinea Lagioia – si è sentito leso per come l’ho preso in giro in trasmissione, suggerendo che venisse sottoposto lui al test di italiano per stranieri. Nel paese in cui l’ultimo Nobel per la letteratura è andato a chi ‘nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati’ credevo fosse lecito. Ma forse non siamo più quel paese”, conclude lo scrittore sottolineando che adesso dovrà rivolgersi a un avvocato.
Stessa sorte per il giornalista Giulio Cavalli: la richiesta di risarcimento danni, questa volta, riguarda un suo articolo scritto il 15 aprile su La Notizia dal titolo “La battaglia di Valditara contro le feste ‘non riconosciute’”. “In particolare il ministro non gradisce la mia opinione espressa nel paragrafo finale”, scrive Cavalli postando il testo nel quale il giornalista faceva riferimento al razzismo. Ma non si tratta di un caso isolato. Cavalli infatti denuncia che “negli ultimi mesi si è considerevolmente alzata l’attenzione di membri di partiti di maggioranza e di governo“, facendo un elenco di querele e avvertimenti che gli sono arrivati da esponenti dell’esecutivo e dei partiti di destra. Tra loro cita una precisazione, divenuta un botta e risposta con il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Tommaso Foti per un suo articolo; poi una minaccia di querela del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. Fino alla querela del viceministro Galeazzo Bignami (anche lui di Fdi) e un’altra querela annunciata sempre del ministro Valditara (ma per un altro articolo).
Querele che provocano anche le critiche da parte dei partiti di opposizione. “Chiediamo al ministro Valditara e alla presidente Meloni se esista ancora in questo Paese la libertà di manifestare il proprio pensiero“, ha dichiarato Elly Schlein. “Il ministro si sta distinguendo per la serie di denunce e querele che rivolge a chi lo critica o esprime giudizi negativi sul suo operato. Una lista inaugurata da Christian Raimo e proseguita oggi con lo scrittore Nicola Lagioia e con il giornalista Giulio Cavalli. Assistiamo con preoccupazione – continua la segretaria del Pd – al tentativo di questa destra di voler impedire la manifestazione del libero pensiero e delle opinioni che costituiscono l’essenza di una democrazia. Il ministro risponda piuttosto nel merito, invece di nascondersi dietro alle querele intimidatorie”. “Il ministro Valditara passerà alla storia per le denunce e le querele che rivolge a chi lo critica o esprime giudizi negativi nei confronti del suo operato”, ha aggiunto in una nota la senatrice del Pd Cecilia D’Elia.
“Se Giuseppe Valditara spendesse il tempo che trova per le querele nel suo lavoro, forse la scuola italiana vivrebbe un momento migliore”, affermano gli esponenti del Movimento 5 stelle in commissione cultura alla Camera. “Dopo i casi di Raimo e di Giulio Cavalli, ora Valditara decide di querelare Nicola Lagioia per un post ironico pubblicato su Facebook. Un atto – sottolineano – che rappresenta un preoccupante tentativo di limitare la libertà di espressione e il diritto alla critica, principi fondamentali di una democrazia matura e aperta al confronto. Lagioia, uno degli scrittori più apprezzati della nostra scena culturale, aveva usato toni evidentemente satirici per intervenire nel dibattito pubblico. La querela non è solo sproporzionata, ma anche lesiva del diritto di tutti a esprimersi liberamente, con toni anche critici o satirici, nei confronti delle istituzioni e dei rappresentanti politici. E allora ci uniamo a Lagioia e ci chiediamo: Valditara sarà stato capace di scrivere in italiano corretto almeno la querela? Che fa adesso, querelerà anche noi?”, concludono i parlamento del M5S.
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