Valditara contestato a Torino, la risposta del Ministro: “Vadano a lavorare e rendersi utili per la società invece di urlare slogan”
Scontro dialettico tra il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e i manifestanti che hanno contestato la sua visita a Torino presso un istituto tecnico-professionale.
Durante l’evento Fenix organizzato da Gioventù Nazionale, il titolare del dicastero ha raccontato l’episodio che lo ha visto protagonista nel capoluogo piemontese, dove una ventina di contestatori definiti “anarchici e alternativi” hanno scandito slogan contro di lui.
Studenti dalle finestre contro manifestanti in strada
Contrapposizione netta tra i manifestanti esterni e gli allievi dell’istituto secondo il racconto ministeriale: mentre i primi urlavano “Valditara fascista, Valditara razzista”, i “veri studenti” si sono affacciati dalle finestre per applaudire l’ingresso del ministro. Valditara ha utilizzato l’episodio per distinguere tra due categorie: da un lato i giovani impegnati nel percorso formativo, dall’altro coloro che si dedicano alle proteste di piazza. Il ministro ha definito “fesserie” gli slogan scanditi dai contestatori, sottolineando come la reazione positiva degli studenti dell’istituto abbia rappresentato la vera accoglienza della comunità scolastica.
L’invito costituzionale al lavoro e la critica ai metodi di protesta
Articolo 4 della Costituzione come risposta politica ai manifestanti: Valditara ha invitato i contestatori ad applicare il principio costituzionale che vede nel lavoro anche un dovere, esortandoli a “rendersi utili per la società” e a “fare qualcosa di concreto”. Il ministro ha criticato aspramente i metodi di protesta utilizzati, facendo riferimento agli episodi di bruciatura e impiccagione di manichini che lo raffiguravano: “Facciano qualcosa di più gentile, rispettoso e democratico”.
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