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Usa, Trump: «L’attentato è colpa del linguaggio incendiario di Harris e democratici»


Chi e’ Ryan Routh, l’uomo che voleva sparare a Trump

Il profilo di Routh – che sarebbe rimasto appostato per 12 ore in attesa di Trump – suggerisce il gesto isolato di un uomo instabile, pronto ad atti irrazionali e con sogni di immolarsi per l’Ucraina. Anche se ciò non diminuisce la gravità della crisi: Rafael Barros del Secret Service ha definito il «livello della minaccia» nel clima attuale come «elevato».

Lo scontro politico si accende

I riflessi su uno scontro politico duro e incerto non hanno tardato. Trump ha inviato raffiche di messaggi. Alcuni per rassicurare: «Voglio che sappiate che sto bene». Altri per mobilitare: «Nulla mi frenerà. Non mi arrenderò mai». Non basta: «Sono ancora più determinato… Ci sono persone al mondo che faranno di tutto per fermarci». Infine su Fox Digital, anziché invitare all’unità del Paese contro la violenza, ha denunciato i rivali democratici per il loro «linguaggio incendiario» che motiverebbe gesti quali quello di Routh. Elon Musk, su X ha postato e poi cancellato tesi da vero complotto: «Nessuno sta cercando di assassinare Biden/Kamala ».

Sobria la replica della Casa Bianca: Kamala Harris , vicepresidente e candidata democratica alla presidenza contro Trump, si è detta «profondamente turbata» dagli eventi, ha ribadito che «la violenza politica non ha posto negli Stati Uniti» e ha espresso sollievo per l’incolumità di Trump. Il presidente Joe Biden ha dichiarato che «Trump grazie a Dio è Ok» e ha aggiunto che il Secret Service «ha bisogno di rinforzi e il Congresso deve agire».

Tra le conseguenze immediate del potenziale attentato ci sono proprio nuove critiche al Servizio che protegge presidenti e candidati. È già reduce da svolte al vertice in seguito al precedente attentato contro Trump, quando meno di due mesi fa, durante un comizio a Butler in Pennsylvania, un giovane cecchino dal movente oscuro sfuggì alla sorveglianza ferendo l’ex presidente e uccidendo uno spettatore. Questa volta è intervenuto in tempo, grazie ad un agente in avanscoperta che ha notato la canna del fucile, ma resta il fatto che un uomo armato è arrivato a forse 300 metri da Trump. In gioco sono ora sistemi di protezione per i candidati riservati a presidenti in carica.

Un impatto potrebbe esserci anche sui futuri programmi delle campagne, in omaggio a una maggior cautela che potrebbe imbrigliare lo sprint finale verso le urne di novembre. Tra le misure allo studio dell’entourage di Trump ci sarebbero inoltre strette nelle comunicazioni dei movimenti, nel timore che talpe li diffondano in anticipo.


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