Us Open, quattro donne speciali e la certezza che domani in finale ci divertiremo
La serata delle semifinali a Flushing Meadows ha come protagoniste quattro donne che più diverse non si può, ciascuna con un carattere e una storia che aprono squarci personali, professionali, imprenditoriali, di impegno sociale e perfino politico che vanno assai al di là del tennis.
Jessica Pegula, classe 1994, è l’ereditiera che sa realizzare sé stessa sui campi da gioco. Figlia di notissimi imprenditori nei settori dell’energia e dello sport, ha costruito con pazienza e tenacia una carriera da top player. Ma ha anche altri interessi. Scrive, e su The Players’ Tribune racconta del drammatico arresto cardiaco subito da mamma Kim, sudcoreana. Con fondi propri lancia la linea di skincare Ready 24 e la charity A Lending Paw, che si occupa di cani abbandonati. Dal 2021 è sposata con Taylor Gahagen, conosciuto quando era un dirigente della Pegula Sports and Entertainment.
La campionessa venuta dal freddo è Aryna Sabalenka, 27 anni, nata e cresciuta a Minsk in Bielorussia, che vive da tempo in Florida. Tre slam vinti, tutti sul sintetico. Mentre tenta la scalata tra le Top Ten, nel 2019 papà Sergey, che ha soltanto 43 anni, muore improvvisamente. Nel 2024 viene trovato senza vita a Miami l’ex compagno Konstantin Koltsov, campione di hockey nel campionato americano. Un suicidio, diranno gli investigatori. Attenta al personal branding, stringe alcune partnership non tecniche di successo come con Oakberry, multinazionale del fast food salutare della quale è capo il brasiliano Georgios Frangulis, da qualche mese suo fidanzato.

La più mediatica del quartetto è Naomi Osaka, 27 anni, americana di passaporto giapponese e padre haitiano. La madre, originaria di Hokkaido, lavora a lungo a New York per sostenere le due figlie. Diventata la numero 1 WTA nel 2019, Naomi è politicamente vicina al movimento Blacks Lives Matter. Intanto costruisce un portafoglio imprenditoriale con Kinlo, cosmetici, Hana Kuma, che è una media company, e North Carolina Courage, società calcistica femminile con sede nella città di Cary. Dopo alcune crisi di panico, nel 2021 lascia il circuito, poi rientra e resta incinta. Shai nasce nel 2023. La relazione con il rapper Cordae finisce pochi mesi fa. Quattro slam vinti in carriera, non approdava dal 2021 a una semifinale di un torneo major.
Di Amanda Anisimova si è detto e scritto molto negli ultimi mesi. Nata nel 2001 a New Jersey da Olga e Konstantin, emigrati da Mosca a fine anni ’90, si trasferisce in Florida con la famiglia che vuole favorire la crescita tennistica della sorella maggiore Maria. È lei però la più talentuosa e lo dimostra già da junior. La scomparsa improvvisa del padre e allenatore nel 2019 è una tragedia dalla quale fatica a riprendersi. Nel 2023 lascia, si prende un lungo stop, studia, viaggia e si dedica alla pittura. Poi il rientro e la lenta risalita nel ranking, fino all’exploit ai Championships 2025.
Eccole qui, Jessica e Aryna, Naomi e Amanda, a darsi battaglia per raggiungere la finale degli Us Open. Per nessuna sarebbe una prima volta: vincendo, sabato Osaka e Sabalenka disputerebbero rispettivamente la quinta e l’ottava finale slam in carriera; Pegula ha mancato l’anno scorso su questo stesso campo il primo tentativo di prendersi un titolo major; infine, Anisimova è reduce dall’ultimo atto di Wimbledon, in luglio, che l’ha vista soccombere 6-0 6-0 contro Iga Swiatek.
Ad aprire le danze sul DecoTurf, che è cemento acrilico multistrato, dell’Arthur Ashe Stadium sono la bielorussa, campionessa uscente, e la figlia di Terry Pegula, proprietario dei Buffalo Bills della National Football League e dei Sabres della National Hockey League. I tre quarti d’ora iniziali sembrano preludere davvero alla rivincita dell’edizione 2024, che finì 7-5 7-5: Pegula, quasi perfetta (solo tre errori non forzati), fa suo il set. Aryna torna però in campo con nuova determinazione, piazza un break iniziale e lo difende nonostante Jessica mantenga un’ottima solidità. Nel set decisivo, la numero 1 del mondo gestisce la pressione salvando ben quattro palle break e va a chiudere a furia di vincenti. Il punteggio grazie al quale disputerà la finale è 4-6 6-3 6-4.

Nella seconda semifinale Osaka e Anisimova si rincorrono l’un l’altra per due ore e 54 minuti con continui scambi di ruoli tra chi domina e chi subisce (nel primo set si contano dieci chance di break e undici nel secondo). L’ex numero 1 WTA, che sfoggia una sorta di tutù viola, conferma d’essere tornata a valere la determinata ventenne che nel 2018 sconfisse per 6-2 6-4 Serena Williams su questo campo per prendersi il suo primo slam. Amanda, che entusiasma a tratti il pubblico di casa, ha più occasioni per andare in fuga ma le spreca. I due tie break, giustificati dal gioco potente e fantasioso di entrambe (talvolta al limite dell’insensato), hanno esito opposto: 4-7 il primo per Osaka, 7-3 il secondo per Anisimova. Mentre sul Queens imperversa un temporale da tropici, il terzo set vede Amanda difendere con successo il break ottenuto nel quarto game: nonostante due match point non trasformati, con il 6-7 7-6 6-3 stacca il pass per la finale. Sabato avremo di che divertirci.
Source link