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Urbanistica Milano, chiuso uno dei filoni dell’inchiesta: in 36 verso il processo. I pm: “Aree cedute a vile prezzo”

Aree di Milano cedute “per di più al vile prezzo” e di fatto svendute. È stato chiuso, come riporta l’Ansa, uno dei filoni della indagine sull’urbanistica di Milano che ha portato la procura di Milano a a ipotizzare una “incontrollata espansione edilizia”. Sono 36 le persone che rischiano il processo come emerge dall’ultimo avviso di conclusione indagini, da poco notificato, per accuse che vanno dall’abuso edilizio alla lottizzazione abusiva e ai falsi e con al centro le Residenze Lac, complesso immobiliare con vista lago e ai bordi del Parco delle Cave, per cui la Cassazione la scorsa estate ha confermato il sequestro.

Tra gli indagati, cresciuti esponenzialmente rispetto al sequestro delle tre torri di via Cancano che fu eseguito nel luglio 2024, figurano tutti i componenti di due Commissioni paesaggio che hanno operato tra il 2018 e il 2023, tra i quali l’ex presidente Giuseppe Marinoni e l’ex componente Alessandro Scandurra, entrambi indagati anche nell’ultima tranche di luglio sulla corruzione con gli arresti poi revocati dal Riesame. E poi ancora la dirigente comunale Simona Collarini, tra l’altro responsabile unico del procedimento sullo stadio di San Siro, il notaio Dario Restuccia (è la prima volta che gli accertamenti puntano anche sul ruolo dei notai), l’architetto-progettista Paolo Mazzoleni, indagato pure in altre tranche e assessore all’Urbanistica a Torino, l’ex dirigente di Palazzo Marino Giovanni Oggioni, già della Commissione paesaggio e finito ai domiciliari anche in un’altra tranche per corruzione, e Marco Cerri, architetto-progettista ed ex componente della Commissione, già colpito da una misura interdittiva.

Anche in questo caso si è trattato, come accertato dalle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, coordinate dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Petruzzella, Filippini e Clerici, di un progetto immobiliare con “rilevante impatto” sul tessuto della città tale da richiedere una pianificazione preliminare che, secondo l’accusa, sarebbe stata ‘dribblatà ancora una volta in nome della Scia, un’autocertificazione. Occorreva, scrivono i pm nelle imputazioni, una “valutazione della necessità di un piano attuativo, del tutto omessa”.

Secondo gli inquirenti lo Sportello unico edilizia del Comune di Milano ha “consentito alla società operatrice”, ossia Nexity Milano Parco delle Cave, la “totale ‘monetizzazione’ delle aree calcolate” in oltre 7.600 metri quadri, “che dovevano essere cedute per dotazioni pubbliche (standard)”, e “per di più al vile prezzo” di 193,45 euro al metro quadro, “fortemente sottostimato rispetto ai valori di mercato delle aree edificabili dello stesso ambito urbano”. E il tutto “in totale assenza di un piano attuativo”. Appartamenti, secondo i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, che si affacciano su “un’area di interesse ecologico”, il Parco delle Cave.
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