Ambiente

Uno strumento di partecipazione alla vita democratica

«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Così esordisce l’articolo 1 della Costituzione italiana, sancendo in maniera solenne il ruolo centrale che il lavoro riveste nell’ordinamento repubblicano. Non si tratta di una mera enunciazione di principio, bensì della dichiarazione di un fondamento essenziale su cui si erge l’intera architettura costituzionale e sociale del Paese. Il lavoro, nella visione dei Padri Costituenti, non si esaurisce nella sola dimensione economica, ma assurge a strumento di partecipazione attiva alla vita democratica, di emancipazione individuale e di coesione sociale.

Lungi dall’essere qualificato in modo restrittivo, il concetto di lavoro accolto nella Carta fondamentale abbraccia ogni forma di attività umana produttiva, creativa e socialmente utile, sia essa esercitata in forma subordinata, autonoma o imprenditoriale. La Costituzione, infatti, non opera distinzioni né gerarchie tra le varie modalità attraverso cui il cittadino contribuisce, mediante il proprio operato, allo sviluppo materiale e spirituale della società.

In questa prospettiva, la celebrazione del Primo Maggio, tradizionalmente identificata come “Festa dei Lavoratori”, deve essere intesa quale occasione solenne per riaffermare il valore universale del lavoro in tutte le sue declinazioni. Non solo, dunque, tutela del lavoro subordinato – pur centrale nella storia del movimento operaio e nelle conquiste sociali del Novecento – ma anche riconoscimento e valorizzazione del lavoro autonomo, dell’attività professionale, dell’iniziativa economica privata e dell’impresa, in quanto espressioni della libertà e della dignità dell’individuo.

Il legame inscindibile tra lavoro e dignità è scolpito altresì nell’articolo 4 Cost., il quale riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo tale diritto, richiamando al contempo il dovere di concorrere al progresso della società. Il lavoro, quindi, non è solo diritto, ma anche responsabilità civica, strumento attraverso cui l’individuo realizza sé stesso e contribuisce al bene comune.

Un aspetto di particolare rilevanza, spesso trascurato nel dibattito pubblico, riguarda il ruolo propulsivo del lavoro autonomo e dell’iniziativa imprenditoriale nella genesi del lavoro dipendente. La libertà di iniziativa economica privata, garantita dall’articolo 41 Cost., rappresenta non solo un diritto fondamentale, ma anche un presupposto necessario per la creazione di occupazione e di valore. È dall’attività d’impresa, dall’assunzione del rischio economico e dalla capacità innovativa degli imprenditori e dei lavoratori autonomi che trae origine gran parte delle opportunità lavorative subordinate. In tal senso, il lavoro autonomo non si contrappone al lavoro dipendente, bensì ne costituisce spesso la matrice generativa.


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