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Unicredit, utile record nel semestre a 6,1 miliardi. Orcel su BancoBpm: “Era diventata un peso”

Poche ore dopo aver gettato la spugna sulla acquisizione di BancoBpm, Unicredit presenta i conti della prima metà del 2025. L’utile del semestre è il più alto di sempre, a 6,1 miliardi di euro. Tra aprile e giugno i profitti hanno raggiunto i 3,3 miliardi, 800 milioni in più delle previsioni. Alzate le previsioni sui risultati di fine anno con utile ora visto a 10,5 miliardi e una distribuzione di profitti ai soci di almeno 9,5 miliardi, di cui almeno 4,75 miliardi in dividendi in contanti.

Presentando i numeri, l’amministratore delegato Andrea Orcel torna sul risiko bancario. “Penso che abbiamo tracciato una linea sull’operazione” di Banco Bpm, afferma. “Ad essere sinceri, era diventata un peso per noi. Sentivamo di stare accelerando molto più di quanto dovessimo e il valore era cambiato”, ha spiegato il banchiere. “Ma soprattutto, data la situazione del golden power, non c’era altra strada da percorrere. E ad un certo punto, bisogna recuperare le perdite, eliminare gli ostacoli e concentrarsi su ciò che si controlla. Noi controlliamo il futuro in Italia e lo controlliamo nel gruppo. “Sebbene la nostra decisione sia stata difficile è assolutamente quella giusta per tutti i nostri stakeholder”, conclude Orcel.

L’offerta pubblica di scambio è stata fortemente osteggiata dal governo che ha deciso di esercitare il suo golden power, ovvero la facoltà di intervenire in operazione ritenute dannose dell’interesse nazionale, in settori strategici. Scelta curiosa, in un’offerta di una banca italiana su un’altra banca italiana. Il provvedimento del governo è stato infatti contestato da Bruxelles e parzialmente bocciato dal Tar. Tuttavia Unicredit, evidentemente, ha preferito non andare allo scontro aperto con palazzo Chigi. In tema di interesse nazionale, giova ricordare che, nel frattempo, il gruppo francese Credit Agricole, è salita al 19,9% del capitale di Banco Bpm. Vedremo ora fino a che punto si spingerà il governo nel sostegno al tentativo di Banca Mps di acquisire il controllo di Mediobanca.

Per Unicredit rimane aperta un’altra grande partita, quella per il controllo di Commerzbank, la seconda banca tedesca. Anche in questo caso le mire del gruppo italiano si scontrano con ostilità della politica, l’operazione non è ben vista dalla cancelleria di Berlino. “Il caso di Commerzbank, siamo esattamente dove avevamo detto che saremmo stati il giorno dopo aver annunciato la nostra quota del 10% (più un altro 10% in derivati che verranno convertiti entro fine anno, ndr). Tifiamo per il successo di Commerzbank perché il loro successo è il nostro successo, ha detto Orcel. L’amministratore delegato non ha una risposta alle critiche del cancelliere tedesco su possibili rischi alla stabilità finanziaria derivanti da una fusione Unicredit-Commerzbank. “Dovrà chiederlo a lui perché non ho una risposta a questa domanda”, replica in un’intervista alla Cnbc nel sottolineare di vedere “solo aspetti positivi”.

La rinuncia a BancoBpm e i buoni risultati di bilancio spingono il titolo della banca che, a Piazza Affari, sale di oltre il 4%. In calo, viceversa, i titoli Banco Bpm. Tornando brevemente ai conti, i ricavi del semestre sono stabili a 12,7 miliardi di euro. Salgono gli introiti da commissioni (+ 3,6%), scendono del 2,9% quelli da margine di interesse (l’attività bancaria vera e propria di prestiti e gestione depositi, ndr). Le prospettive per i ricavi dell’intero 2025 sono aggiornate ad oltre 23,5 miliardi.

“Questa eccezionale performance nel primo semestre, insieme a ulteriori leve per una crescita futura, ci ha permesso di alzare le nostre guidance per il 2025 e le ambizioni per il 2027″, ha detto Andrea Orcel. “Prevediamo, aggiunge, almeno 30 miliardi di distribuzioni totali agli azionisti di cui almeno 15 miliardi in dividendi in contanti dal 2025 al 2027. Guardiamo al futuro con fiducia”. Guardando al 2026 e oltre, Unicredit si aspetta di potenziare i ricavi e l’utile netto attraverso l’internalizzazione delle assicurazioni sulla vita e il consolidamento a patrimonio netto di Alpha Bank e Commerzbank.

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