UNICAL VOICE – Shade si racconta: dalle origini al tour calabrese
Il cantante rap Shade arriva in Calabria con quattro tappe esclusive tra freestyle, successi, ispirazioni e un pubblico caloroso ed entusiasta.
Il diciassette maggio è iniziato il tour estivo di Vito Ventura, in arte Shade. Differenziandosi dagli altri artisti, Shade ha scelto di esibirsi anche in Calabria, con addirittura quattro tappe. Le prime due nella provincia di Cosenza, le ultime due saranno nella provincia di Reggio Calabria.
L’abbiamo incontrato dopo la tappa alla Rendano Arena di Cosenza, ospite del relais “Il mulino” e di tutto il Gruppo Aversente, main sponsor della serata.
Qui Vito ha raccontato l’arco della sua carriera da rapper, partendo proprio dalla scelta del nome d’arte. Il nome “Shade”, infatti, nasce da quello che è uno dei soprannomi di Eminen, “Slim Shady”.
Tra le altre grandi fonti di ispirazione che hanno permesso a Shade di diventare un artista riconosciuto in tutta Italia ci racconta che c’è Macklemore, noto rapper americano che negli anni ’10 del duemila ha raggiunto le vette delle classiche, con brani come Thrift Shop oppure Can’t hold us. Il rispetto verso un così grande artista, ha spinto Shade a portare sul palco Can’t Hold Us ed esibirsi nel freestyle sul brano di Macklemore.
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L’INTERVISTA A SHADE
Come hai trovato l’organizzazione dell’evento e come ti è sembrato il pubblico calabrese?
«Benissimo l’organizzazione, il pubblico stupendo. Io guardo sempre tanto il pubblico e interagisco tanto, perché delle volte ci sono più genitori, altre volte meno e devi capire quando essere trasversale. È importante empatizzare con il pubblico. Anche spiegare cos’è il freestyle, non è scontato».
Com’è nata la scelta di pubblicare freestyle su YouTube con una struttura narrativa che collegava testo e videoclip? Come ha ripagato questa scelta?
«Più che un’esigenza comunicativa [riferito ai freestyle, n.d.r.] erano un modo per divertirmi e per sfogare le mie passioni. A me piace recitare e doppiare, facendo quei video potevo farmi i travestimenti, ogni volta essere un personaggio diverso. C’era anche l’esigenza di comunicare in ogni video un messaggio diverso ma principalmente li ho fatti perché mi divertivo. Ha pagato, perché mi ha permesso di differenziarmi dalle cose che facevano gli altri. Non ci sono tanti rapper che si mettono in gioco così, quasi prendendosi in giro da soli. Vogliono tutti essere seri, che è rispettabilissimo. Infatti, questa mia scelta, ha ripagato anche in senso negativo perché poi non tutti mi prendono sul serio. Ma a me poco importa: alla fine io mi diverto ed è la cosa importante. Anche se c’è molto rispetto nei miei confronti nella scena rap, anche nell’ultima diatriba con Rose Villain si sono schierati tutti dalla mia parte, anche per il mio storico da rapper».
Quali progetti hai per il futuro?
«Per quanto riguarda il lato musicale della mia carriera, mi trovo in una situazione delicata. Sono senza etichetta discografica, dopo essermi staccato dalla Sony [etichetta discografica precedente n.d.r.]. Avevo un contratto economicamente molto buono. Dico sempre che avevo il contratto di cristiano Ronaldo alla Juve perché, appunto, a livello di soldi non ho niente da dire. A livello di progettualità non ho ottenuto quello che speravo ci fosse, e arrivato a questo punto della mia vita, se devo scegliere tra soldi e progetto, io scelgo il progetto».
LA SUA ESPERIENZA CON IL FREESTYLE E I SUOI CONSIGLI A CAMPUS CYPHER
Quanto è stato difficile iniziare il tuo percorso nel freestyle?
«Le prime volte soffrivo perché gli altri sono più bravi di te. In un certo senso è anche umiliante perché ti svergogni su un palco davanti a tutti. Però poi piano piano ho preso confidenza, anche con il pubblico. All’inizio nelle gare anche se davo il cento per cento perdevo. Ero anche molto timido. Anche se era un periodo in cui il rap non era ancora così mainstream, il freestyle è sempre piaciuto anche ai tamarri. Ha sempre fatto gasare. Questo mi ha permesso poi di imparare ad aprirmi ad un pubblico diverso da quello del rap».
Che consigli hai da dare al Campus Cypher?
«Di non scoraggiarsi perché i ragazzi di adesso sono molto più bravi di quanto lo fossimo noi quando abbiamo iniziato. Il problema è che va meno di moda, ma sono sicuro tornerà. Quindi non scoraggiatevi se rispetto al loro livello di bravura non c’è l’attenzione che meriterebbero perché la ruota gira per tutti e devi essere bravo a rimanere lì a girare e il tuo momento arriva».
L’estate sta quasi per finire e come ogni anno si porta via a tempo con le onde tutti i bei ricordi che nei tre mesi precedenti si creano. Sono certo, però, che il ricordo della serata dello scorso 22 luglio sarà indelebile nella mente di tanti fan calabresi grazie soprattutto a Vito Ventura, in arte Shade, sognando di riuscire a portarlo al Cosenza Campus Cypher con l’augurio a tutti di rendere quest’estate “Iconica”.
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